Nella mattinata di lunedì 13 luglio i militari appartenenti alla Stazione Carabinieri Forestale di Caserta, hanno dato esecuzione all’ordinanza di sequestro preventivo dell’impresa individuale “Happy Garden” di Caserta e del complesso dei beni organizzati per lo svolgimento dell’attività aziendale, emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, nei confronti del legale rappresentante, F.R., 50enne di Caserta.
Le attività investigative, svolte dagli uomini della stazione carabinieri forestale di Caserta, hanno preso spunto da una denuncia, formalizzata da due coniugi aventi un terreno agricolo confinante con quello dell’impresa “Happy Garden” in località “Saudine” di Caserta, con la quale veniva segnalata la realizzazione di una discarica abusiva dapprima depositando e, successivamente, smaltendo, tramite combustione, i rifiuti vegetali provenienti dalle lavorazioni di giardinaggio eseguite dall’impresa esercitata da F.R.. Nei giorni immediatamente successivi, a seguito di ulteriore segnalazione da parte di uno dei due coniugi, una pattuglia dei carabinieri forestali si portava sul posto riscontrando effettivamente che era in atto una ulteriore combustione di rifiuti vegetali provenienti dalla lavorazione di giardinaggio condotta dall’indagato, che rendeva l’aria irrespirabile, e che richiedeva l’intervento di una squadra dei Vigili del fuoco di Caserta per domare le fiamme e spegnere l’incendio.
Il segnalante aggiungeva che aveva visto levarsi una enorme colonna di fumo dai terreni dell’indagato F.R. e giunto sul posto aveva notato un operaio della ditta “Happy Garden” intento a bruciare i residui vegetali appena scaricati ed utilizzando un forcone per gestire il fuoco. Lo stesso denunciante aggiungeva che da tre, o quattro anni, vedeva F.R. arrivare con il suo camioncino e scaricare i rifiuti vegetali provenienti dai lavori di giardinaggio della citata e successivamente li bruciava per smaltirli dandogli fuoco, rendendo l’aria irrespirabile, e che in alcune occasioni aveva visto personalmente l’indagato, scavare con un mezzo meccanico e sotterrare grossi tronchi di palma (probabilmente infetti dalla presenza del coleottero “Punteruolo rosso”). Nella stessa giornata i forestali effettuavano un sopralluogo in sito, riscontrando la presenza di diversi cumuli di rifiuti speciali non pericolosi (residui vegetali provenienti da lavorazioni di giardinaggio) sversati in vari punti del terreno, riconducibili a vecchi e reiterati scarichi, rifiuti vegetali accumulati in vari punti pronti ad essere inceneriti. Le specie vegetali, che componevano i predetti cumuli di rifiuti speciali non pericolosi, parzialmente inceneriti, risultavano diverse, tra cui in particolare residui di Magnolia, Ficus, Palma, Cipresso.
Pertanto all’esito del sopralluogo, i militari procedevano, nei confronti di F.R., al sequestro preventivo delle aree del terreno in questione, trattandosi di cosa pertinente al reato la cui libera disponibilità poteva aggravare o protrarre le conseguenze del reato stesso, ovvero agevolarne la commissione di altri. All’atto della notifica del provvedimento di convalida del sequestro preventivo il 50enne decideva di sporgere denuncia a carico di ignoti in merito alla combustione dei rifiuti verificatasi sul suo terreno. La Procura disponeva, quindi, l’effettuazione di saggi di prova (attività di natura indifferibile e irripetibile) sul terreno in questione, con l’ausilio dei mezzi d’opera messi a disposizione dell’Esercito Italiano 21° Reggimento Genio Guastatori di Caserta, sotto il coordinamento del comandante della stazione forestale di Caserta e con l’apporto dei tecnici dell’Arpac di Caserta. Durante l’esecuzione dei saggi di prova, nell’area, precisamente ad una profondità di 1.30 metri, venivano rinvenuti diversi rifiuti speciali non pericolosi (resti di un grosso tronco di palma), piccole parti di tronchi di pianta di specie Yucca, frammisti a residui vegetali combusti. Nei primi trenta centimetri di profondità veniva, inoltre, riscontrata la presenza di rifiuti vegetali combusti stratificati, riconducibile a reiterate combustioni eseguite nel tempo. I rifiuti rinvenuti durante gli scavi di saggio, venivano posti in sequestro probatorio dai militari.
Gli accertamenti e le notizie raccolte hanno permesso, quindi, di riscontrare che l’indagato, personalmente o avvalendosi dell’ausilio di operai, ha ripetutamente sversato, in maniera illecita, su un terreno agricolo di sua proprietà, materiale vegetale derivante dall’attività di giardinaggio esercitata dall’impresa individuale “Happy Garden” di Caserta, classificabile come rifiuti speciali non pericolosi, in parte già combusto, in parte accumulato e pronto ad essere bruciato, in parte interrato se non combustibile. La condotta tenuta dall’indagato ha determinato – secondo il parametro della “qualificata probabilità” – una compromissione effettiva e rilevate del bioma circostante (flora, fauna, acqua e suolo circostante), integrando in tal modo il delitto di inquinamento ambientale oltre che di gestione illecita di rifiuti speciali. Infatti, i materiali bruciati e interrati (residui vegetali anche di palme, con ogni probabilità ammalate ed infettate dal punteruolo rosso) sono senza dubbio forieri di profusioni di particelle inquinanti (già solo per effetto del processo di combustione), suscettibili di diffondersi nel terreno (ivi comprese le falde acquifere) e nell’aria (anche avuto riguardo delle colture presenti nelle zone circostanti), compromettendone l’integrità e la salubrità.
Tenuto conto anche della riscontrata formazione di fumo che rendeva l’aria irrespirabile e della ripetitività degli episodi di combustione ed interramento senza che l’indagato abbia posto in essere alcuna iniziativa volta ad interrompere la combustione o ad eliderne degli effetti. La Procura ritiene che l’indagato abbia agito con lo specifico intento di conseguire un illecito profitto connesso ai mancati esborsi che l’impresa avrebbe dovuto sostenere per i trasporti ed i costi di smaltimenti dei rifiuti speciali presso struttura autorizzata. L’indagato si è reso, inoltre, autore anche del delitto di simulazione di reato avendo falsamente denunciato ai carabinieri forestali che le condotte di abbandono di rifiuti e combustione degli stessi erano stati commessi da parte di ignoti, con l’intento di conseguire l’impunità per i reati dal medesimo commessi. Al fine di impedire il protrarsi delle condotte illecite, nei confronti dell’indagato i militari hanno operato il sequestro preventivo della impresa individuale “Happy Garden” e del complesso dei beni organizzati per lo svolgimento dell’attività aziendale.