Prima l’avrebbe drogata e poi abusato di lei. Con l’accusa di violenza sessuale i carabinieri di Maddaloni hanno tratto in arresto e condotto in carcere il 66enne V.D.M., noto anche come “Mago Ermes”. L’indagine ha avuto origine da una segnalazione giunta ai militari dell’Arma nel luglio 2019 dai sanitari dell’ospedale di Maddaloni e dell’ospedale San Paolo di Napoli. Emergeva che, dopo una cena a casa dell’uomo, il mattino seguente la donna, residente a Napoli, si era svegliata in quell’abitazione, intorpidita, senza ricordare nulla della sera precedente. Messasi alla guida del proprio veicolo per fare ritorno a casa, veniva in più occasioni colpita da improvvise perdite di sensi, uscendo di strada per ben due volte con la propria automobile. Così veniva ricoverata nei due ospedali dove, all’esito delle prime analisi, le venivano riscontrate tracce di benzodiazepine, sia nel sangue che nelle urine.
Una volta allertate le autorità dallo stesso personale ospedaliero, venivano disposte immediatamente le indagini necessarie a far luce sulla vicenda, tra cui gli opportuni prelievi volti ad evidenziare la presenza di tracce biologiche, rilevanti per accertare un possibile abuso sessuale. Veniva sentita anche la figlia della donna, al fine di accertare lo stato confusionale della madre. Nel frattempo, veniva rintracciato il “mago” e si analizzava lo smartphone. Dagli elementi acquisiti emergeva che l’uomo, approfittando dello stato di fragilità della donna e dopo aver acquisito un particolare ascendente su di lei, garantendole la risoluzione di problemi sentimentali attraverso rituali e sortilegi, la induceva a consegnargli somme di denaro e, successivamente, vanamente ad avere con lui rapporti sessuali.
A fronte dei continui rifiuti della donna a concedersi, il “mago” la riusciva ad invitare a casa e, offrendole un aperitivo in cui aveva già sciolto del narcotico (la stessa sostanza che veniva individuava nel sangue e nelle urine della vittima, in quantità tali da cagionarle la perdita dei sensi), le procurava uno stato di incapacità, per poi violentarla. La consulenza genetica consentiva di estrarre il Dna dell’uomo dai prelievi operati sul corpo e su un indumento intimo della donna. Una volta avuta contezza dell’esito delle analisi, e quindi la certezza dell’abuso subito, la donna sporgeva denuncia nei confronti del 66enne. All’esito delle indagini, condotte dai carabinieri sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il giudice per le indagini preliminari emanava un provvedimento di carcerazione per l’indagato, anche allo scopo di prevenire ulteriori possibili analoghe condotte da parte del “mago”.