“Il mondo produttivo Italiano fa fatica a ripartire con ritardi nei ‘soccorsi’ statali che molto spesso non aiutano la ripresa ma servono solo per continuare a stare chiusi o a produrre in maniera ridotta ed incerta, in attesa che qualcosa si muova. Il fisco che non indirizza il comportamento di imprese e consumatori, lavoratori in cassa integrazione che non percepiscono ancora il pagamento della stessa o con grossi rallentamenti nell’erogazione, imprenditori impegnati a pensare in che modo possono salvare il presente e programmare il futuro, ma senza una strategia politica ed economica chiara e seria immagino nei prossimi mesi una pandemia economica e sociale senza precedenti”. Così Giovanni Lavornia, presidente della sezione Terziario di Confindustria Caserta, in merito alla situazione economica nel posto Covid-19.
“Siamo in ritardo rispetto al resto del mondo, siamo fermi al palo con le sole dichiarazioni di azioni governative che dovrebbero ridare fiducia e sostegno alla ripartenza, ma, nella realtà dei fatti, nulla di tutto ciò viene soddisfatto. L’ideale – suggerisce l’imprenditore – sarebbe un condono tombale per imprese e famiglie, per cancellare ruoli oramai non più esigibili e per evitare il fallimento di tantissime imprese che diversamente mai riuscirebbero a versare nelle casse dello stato le imposte dovute”.
Tra le proposte per la ripartenza di Lavornia anche il “prevedere in tempi certi e rapidi un contributo a fondo perduto pari al 5% del fatturato del 2019 per tutte le aziende in utile con fatturato da 0 a 5 milioni di euro da destinare al pagamento di fornitori per rimettere in moto l’economia, un prestito a 10 anni a tasso zero e garantito dallo Stato, del 5% del fatturato 2019 per tutte le aziende in utile con fatturato da 0 a 5 milioni per finanziare la ripartenza, riduzione dei costi previdenziali del 40% per aziende da 0 a 250 dipendenti, abolizione dell’Irap non solo per quest’anno ma per i prossimi 5 anni, iniziare a lavorare sui conti pubblici per abolire definitivamente l’Iva, evitare assolutamente di accorpare a dicembre il pagamento delle imposte di quest’anno, ma – conclude – metterli in coda alle scadenze che verranno, una sorta di anno sabbatico fiscale”.