Dopo l’inchiesta della Procura di Milano sulla fornitura di camici alla Regione, nella quale è indagato per frode in pubbliche forniture, il governatore lombardo, Attilio Fontana, parlando in Consiglio regionale ha chiesto di “voltare pagina” definendo le polemiche sul caso “sterili, inutili, strumentali e lesive della mia persona e della mia carica”. Per Fontana ora bisogna “andare oltre per affrontare le sfide e opportunità che ci aspettano”.
“Sono convinto che giorno dopo giorno la verità verrà a galla”, ha detto il presidente della Regione Lombardia. “Ho riflettuto molto sull’opportunità di intervenire oggi soprattutto per la preoccupazione di dare un’ulteriore cassa di risonanza per polemiche che ritengo sterili e strumentali – ha precisato -. Ho deciso di venire qui per voltare pagina e con la volontà di andare oltre per affrontare le sfide e opportunità che ci aspettano”. “Le critiche alle mie azioni di governo sono legittime, anzi doverose purché tengano conto della realtà – ha detto ancora il governatore lombardo -. Non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari”.
“Il mio coinvolgimento, se di coinvolgimento si può parlare, non è nulla di più, nulla di meno se non che Regione Lombardia non ha speso un euro per i 50mila camici”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo in Consiglio regionale, dopo l’inchiesta della procura di Milano sulla fornitura di camici alla Regione da parte di Dama Spa in cui è indagato per frode in pubbliche forniture. Per la realizzazione dei camici, ha raccontato, “sono state coinvolte 5 aziende lombarde che hanno convertito la loro produzione”, dalle quali la Regione ha acquistato i dispositivi “con quantità e costi differenti”. “Dei rapporti negoziali a titolo oneroso tra Dama e Aria non ho saputo fino al 12 maggio scorso – ha aggiunto -. Sono tutt’ora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto ma poiché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni”.
Filippo Bongiovanni, l’ex direttore di Aria spa, la centrale regionale per gli acquisti, “in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione e competenza e senza mai venire meno alle sue responsabilità”, ha precisato Fontana. Bongiovanni, ora dimissionario, è indagato per turbata libertà del contraente. Per Fontana, Bongiovanni “è esempio di pubblica amministrazione che non si muove solo con le logiche difensive, ma che prova ad intervenire e rispondere alle necessità dettate dall’emergenza e anche in questa fase sono state rispettate le regole dettate dall’emergenza”. “Stare a guardare prima e giudicare poi è lo sport preferito per molti”, ha aggiunto Fontana.
“A causa di tutti questi attacchi, Regione Lombardia ha subito un grave contraccolpo a livello di reputazione” determinando “un sentiment negativo” e “arrivando a mettere in discussione un’eccellenza, quella del sistema sanitario lombardo, riconosciuto a livello nazionale e internazionale”. “Sulla Lombardia è stata fatta cadere la colpa di tagli alla sanità e da anni ogni finanziaria dello Stato ha imposto una riduzione del personale medico e infermieristico: ribadisco qui la necessità dell’Autonomia della gestione delle risorse. Contro di me, il mio partito e la coalizione di centrodestra è stata fatta una ricostruzione distorta. Quello che mi è dispiaciuto di più è l’attacco dello spirito lombardo, con l’atteggiamento di chi arriva quasi a godere delle disgrazie altrui”, ha concluso. IN ALTO IL VIDEO