Scuola, allarme dei sindacati: “Non ci sono condizioni per riaprire a settembre”

di Carlo Achille Caiazzo

“Non ci sono le condizioni per riaprire a settembre le scuole in sicurezza”. È questo il forte grido d’allarme che in questi ultimi giorni i sindacati della scuola hanno lanciato in ordine alla validità dell’avvio del nuovo anno scolastico verso il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e Governo, in vista della riapertura degli Istituti per il prossimo 14 del mese, in primo luogo per il numero di spazi, ambienti e docenti, che per mantenere il rispetto delle regole del distanziamento sociale e degli obblighi imposti vengono considerati del tutto insufficienti e per la scarsità delle risorse per ulteriori investimenti nel settore.

Con il passar del tempo, purtroppo, unitamente a ritardi e diverse problematiche ancora da risolvere sul piano concreto e tante incertezze per il pericolo sanitario del virus Covid-19, vanno emergendo con tutta la drammaticità del caso ancora tanti punti nodali tuttora irrisolti sul piano delle strutture e dell’organico , che continueranno a tormentare presidi ed Enti locali anche nelle prossime settimane e preoccupare tutto gli alunni e loro famiglie, il personale scolastico, ai fini di un regolare svolgimento delle attività didattiche in piena sicurezza. Malgrado il susseguirsi di diversi incontri con il primo ministro Giuseppe Conte e la stessa ministra Azzolina, le organizzazioni sindacali del comparto scuola, in particolare la Flc-Cgil, continuano a essere molto critici sulla ripartenza di milioni di studenti, perché a circa quaranta giorni dal primo giorno di scuola, non ci sarebbero affatto i presupposti necessari per riprendere le attività in presenza in tutte le istituzioni scolastiche. Anzi, a parere delle organizzazioni sindacali, per la drammaticità della situazione ad oggi, è urgente che, attraverso risorse e mezzi adeguati alla gravità, il ministero possa garantire pienamente l’obiettivo di una riapertura in piena sicurezza per tutti, acclarato che la preoccupazione per infezione da SARS-CoV-2 e i rischi di una possibile diffusione del contagio sono ancora evidenti, soprattutto, in ambienti affollati come sono le strutture scolastiche.

Pertanto, si rende assolutamente necessario che per tutte gli Istituti venga autorizzato l’organico aggiuntivo del personale docente e Ata in maniera tale da poter affrontare le nuove esigenze educativo-didattiche in un periodo molto emergenziale, che certamente potranno venire a galla nel corso del nuovo anno scolastico. Benché i miliardi annunciati e stanziati, in forma unitaria, le organizzazioni sindacali, da un lato, avvertendo il concreto rischio di una riduzione del tempo scuola per gli studenti; e, dall’altro, temendo l’incognita di un sistematico ricorso alla “Didattica a Distanza” per gli studenti delle superiori, denunciano i palesi ritardi con cui il Ministero e le autorità competenti hanno avviato gli interventi di “edilizia leggera” per i lavori di adeguamento e di adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche a seguito delle nuove urgenze provocate dal devastante lockdown ed emergenza sanitaria. Poi, nonostante il portale ministeriale sia già predisposto, il cosiddetto “cruscotto”, che è finalizzato ad aiutare le scuole a riorganizzarsi, aggiungono che non sarebbe per nulla garantito un supporto ai dirigenti scolastici, che in questi giorni sono con visibile affanno impegnati con il metro in mano, con i collaboratori scolastici e lo staff dirigenziale, a misurare aule e tutti gli spazi recuperabili, quali laboratori, biblioteche, corridoi, palestre, etc.) e quindi stimare il numero di alunni massimo consentito per ogni singola classe all’interno di un edificio scolastico, in una ricerca spasmodica di mappatura di locali e ambienti, al fine di predisporre la disposizione migliore di banchi e sedie per un’efficace organizzazione delle attività, in maniera tale da preparare le procedure di protezione e sicurezza più idonee da adottare in ciascun istituto, le tecniche di valutazione dei rischi, di sanificazione e pulizia dei locali, per far rispettare le regole di prevenzione del contagio da coronavirus e quindi le norme di sicurezza nel quadro di emergenza sanitaria del Covid-19, la cui diffusione sembra ora in crescita.

Per questo, i capi d’istituto e loro rappresentanti sindacali denunciano un evidente scaricabarile dall’alto, caricando di troppo responsabilità obblighi su di loro e gli Enti locali, ed evidenziano che a meno di due mesi del suono della prima campanella sono ancora tanti timori e difficoltà per un rientro a scuola degli studenti con serenità. Inoltre, accanto alla richiesta al Governo di maggiori risorse, sia economico-finanziarie che umane, necessarie per un regolare avvio delle attività didattiche, con insistenza i sindacati vanno chiedendo che, con l’urgenza del caso, si provveda alla modifica di alcuni articoli del decreto legislativo 81/2008, affinché possano rivedersi le gravi responsabilità civili e penali previste a carico dei Capi d’Istituto, quali datori di lavoro, alla luce anche di una pericolosa pandemia in atto. Per garantire agli allievi e operatori del settore scolastico sufficiente vivibilità e la tranquillità nelle aule e in altri locali scolastici, i Presidi sollecitano un maggiore supporto al loro lavoro, in quanto, al di là del finanziamento di piccoli interventi di “edilizia leggera”, occorre aggiungere ben altro per ridurre le criticità, cercando di superare un vero e proprio “shock educativo” che la pandemia globale ha prodotto.

Ma non si è fatta attendere la pronta risposta del ministro Azzolina, che, confermando la riapertura regolare della scuola per tutti il prossimo 14 settembre, ha dato la sua disponibilità a collaborare con i sindacati per trovare le soluzioni migliori ai fini della riorganizzazione delle scuole e svolgimento regolare delle attività, richiedendo la collaborazione da tutti ed escludendo nuove situazioni di lockdown e/o ricorso alla “DaD”. Al riguardo, ha affermato: “Stiamo lavorando in modo spedito e concreto per la ripresa delle attività didattiche a settembre. Stiamo dando agli Enti Locali, che sono i proprietari degli edifici scolastici, le risorse e gli strumenti per intervenire. Il Protocollo d’Intesa siglato con il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, in accordo con i sindacati, assicurerà lavori celeri, spediti. Grazie alla collaborazione di tutti potremo tornare a scuola in presenza e in sicurezza”. Sarà ora interesse tangibile che da parte degli organi preposti vi sia l’attenzione dovuta sulle criticità emerse e che esse siano condivise e risolte, vista la funzione strategica delle istituzioni scolastiche, non solo per dare un messaggio di tranquillità, bensì anche per organizzare e gestire al meglio e in sicurezza la ripresa delle attività didattiche nelle scuole.

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