È stata ora ufficializzata per il 14 settembre prossimo la data la riapertura delle scuole, e quindi l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021. Lo scorso 24 luglio, infatti, la ministra Lucia Azzolina ha firmato l’ordinanza con la quale si stabilisce il primo giorno di scuola per le tutte le scuole italiane di ogni ordine e grado, appartenenti al sistema nazionale di istruzione – compresi i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (Cpia) – su tutto il territorio nazionale. Saranno ovviamente le Regioni a programmare concretamente il calendario di svolgimento delle lezioni e adottare, poi, le determinazioni di propria competenza in materia, ferma restando la necessità di effettuare almeno duecento giorni di lezione, così come viene fissato dalla normativa vigente.
Con la stessa ordinanza, a decorrere dal 1 settembre 2020, viene altresì confermato anche lo svolgimento delle attività di recupero e di integrazione degli apprendimenti di studio, relativi all’anno scolastico 2019/2020, a favore degli alunni. Comunque, l’organizzazione didattica, cioè le classi sdoppiate, i turni scaglionati, la tipologia degli orari, il tempo scuola, etc. saranno a cura di ogni singolo istituto, e per questo si demanda ai Presidi e agli organi collegiali le decisioni in merito, anche se il tema degli orari, secondo le Linee guida ministeriali, dovranno essere rimodulati con la dovuta attenzione, onde evitare i rischi di assembramenti degli studenti e dei loro familiari, soprattutto all’ingresso e uscita dalla scuola. Sempre permettendo Covid e diffusione di pandemia, restano sul tappeto ancora tanti interrogativi e difficoltà ai fini di un regolare avvio delle attività didattiche in sicurezza, auspicando che l’infezione da Sars-CoV-2 possa davvero contenersi e essere quindi sotto controllo.
Alla luce della loro autonomia didattica e organizzativa, saranno gli istituti a dover deliberare in ordine agli orari di ingresso e uscita e l’eventuale presenza il sabato. Al momento, sono i sindacati che cercano di dare le prime indicazioni ai capi di istituto e agli organi collegiali su alcune ipotesi di modifica dell’orario scolastico, che, di certo, dovranno essere ancora approfondite per una puntuale applicazione nelle scuole. Al centro della discussione, anzi ad accenderla con polemiche e dibattiti dai toni forti, in questi giorni, però, è stato l’acquisto della tipologia dei banchi monoposto che presentano maggiormente le caratteristiche adatte a garantire il distanziamento degli alunni nelle classi, e si mostrano più conformi all’organizzazione delle attività ai tempi di convivenza con il Covid-19 per il nuovo anno scolastico negli Istituti.
Secondo i dettami del Comitato tecnico scientifico (Cts), nel preciso intento di garantire una migliore funzionalità delle aule, degli spazi, delle strutture e dell’organizzazione delle lezioni in classe a tutte le scuole, come e noto, per la ripartenza delle scuole a settembre sono diventati obbligatori i banchi monoposto. Al riguardo, il ministero ha invitato i dirigenti scolastici ad avanzare una specifica richiesta per avere banchi nuovi, per avviare le misure di contenimento e contrasto dell’emergenza virale ed epidemiologica Covid-19 e di arredi scolastici funzionali a garantire l’avvio dell’anno scolastico 2020/2021 in condizioni di sicurezza e in particolare banchi monoposto, sedute standard e sedute didattiche di tipo innovativo, in maniera da individuare i fabbisogni strettamente necessari a ottimizzare l’utilizzo degli spazi all’interno delle aule.
Nel giro di pochi giorni, la rilevazione sulle necessità pratiche relative ai banchi 2.0 e rilevazione dei fabbisogni è subito puntualmente avvenuta. Ma, dalla rilevazione e analisi di richieste che gli istituti hanno presentato al Ministero dell’Istruzione, è emersa una chiara scelta di natura conservativa, atteso che, benché sia stata forte una forma di sponsorizzazione di Azzolina per i banchetti monoposto innovativi “a rotelle con seggiola incorporata”, sono stati indicati soltanto 440mila quelli con rotelle, cioè appena il 17 per cento del totale, a fronte di una forte richiesta di oltre due milioni di banchi monoposto e di circa 1 milione e mezzo di sedie di tipo tradizionale. Pertanto, sulla base di dati finalmente attendibili e certi, il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri, è stato in grado di annunciare, indire e gestire un bando di gara pubblica, per circa tre milioni di banchi, che ha già pubblicato con la seguente e rapida tempistica: a) la scadenza è prevista per il 30 di luglio; b) i contratti firmati entro il 7 agosto; c) la consegna dei banchi entro il 31 agosto dall’ azienda, in caso di aggiudicazione della gara. Ma, sebbene già celermente definito il bando sui banchi di scuola, a parere delle aziende e dei produttori del settore, la gara potrà andare sicuramente deserta, in quanto, alla luce di una quantità così elevata di banchi e massiccia consistenza dei numeri di arredo entro settembre, si tratta di “una missione impossibile” provvedere in tempi brevissimi al numero di banchi monoposto anti-Covid o innovativi per far partire in sicurezza le scuole il 14 settembre.
Al riguardo, le associazioni dei produttori e distributori dell’arredo scolastico e le aziende del settore, rappresentate soprattutto da AssUfficio di FederlegnoArredo e Assodidattica, rimarcano, con accenti molto polemici, che “dal 7 al 31 agosto, cioè in 23 giorni compresi tutti i festivi dovrebbe essere concentrata la produzione di 5 anni di tutte le aziende nazionali certificate per fornire arredamento alla pubblica amministrazione”. Le associazioni dei produttori continuano a dire che fornire alle scuole una quantità così elevata di banchi entro settembre sarà del tutto impossibile, sostenendo che normalmente quella è una produzione che si può raggiungere in 5 anni”. Il commissario Arcuri ha prontamente replicato affermando che, qualora se le aziende italiane non riuscissero ad effettuare la fornitura, ci si rivolgerà ad altri Paesi: “Non possiamo riservare la gara solo alla produzione nazionale, ci rivolgiamo anche a produttori europei”.
Certamente, i tempi per la fornitura sono troppo stretti, ma, intanto, Azzolina e funzionari del Ministero continuano a mostrarsi ottimisti per l’avvio delle lezioni il 14 settembre; e credono davvero che nel giorno di riapertura tutte le istituzioni scolastiche che ne hanno fatto richiesta potranno vedere soddisfatti i propri “desiderata” di scuola e avere quei banchi nuovi da garantire una migliore funzionalità degli spazi e il corretto distanziamento sociale tra gli alunni, nel rispetto delle norme di sicurezza e prevenzione Coronavirus.