Venerdì 17 luglio, dalle ore 11, avrà luogo il convegno in teleconferenza sul tema “Sicurezza & Salute Pubblica”, che sarà possibile seguire in diretta attraverso il link: https://youtu.be/ALrlVFFfLX4 . Un tema di ricerca promosso dalla cattedra di Storia delle dottrine politiche dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”, che si è soffermata da tempo sull’emergenza sanitaria in corso, per esprimere “riflessioni di carattere teoretico e/o pratico-propositivo in ordine ai fenomeni della vita sociale e del potere politico, nonché ai loro valori fondanti”.
Un tema di ricerca che ora si dischiude alle intenzioni della “Consulta delle Scienze politiche e sociali” (riunisce le Società scientifiche dell’area 14), soffermandosi sul tema della “sicurezza”, intimamente connesso a quello della “salute pubblica” dal punto di vista sociale, politico, storico ed istituzionale. Motivazioni che hanno indotto ad invitare anche Roberto Speranza, ministro della Salute, a partecipare ai lavori di questo convegno. Le relazioni e gli interventi, tenuti in questa circostanza, saranno pubblicati nel prossimo numero della rivista scientifica “Il Pozzo. Idee di Storia delle istituzioni e delle dottrine politiche”.
Sono previsti gli indirizzi di saluto del Prof. Alberto Carotenuto (Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”), della Dott.ssa Elisabetta Garzo (Presidente del Tribunale di Napoli) della Dott.ssa Luisa Franzese (Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Campania), di Padre Luigi Ortaglio (Vicario Giudiziale del Tribunale ecclesiastico Interdiocesano Partenopeo e di Appello) del Prof. Claudio Palazzolo (Presidente dell’Associazione Italiana degli Storici delle Dottrine Politiche). Introdurrà e modererà il convegno, con cui viene presentato questo progetto didattico e di ricerca, il Prof. Leone Melillo (Università degli Studi di Napoli “Parthenope”). Sono previsti gli interventi del Prof. Gaetano Manfredi (Ministro dell’Università e della Ricerca), del Dott. Giuseppe De Cristofaro (Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione), del Prof. Francesco Amoretti (Coordinatore della “Consulta delle scienze politiche e sociali” dell’area 14), del Prof. Cesare Mirabelli (Presidente emerito della Corte Costituzionale), del Dott. Antonio Sasso (Consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Direttore del quotidiano “Roma”), di S.E. Rev.ma Mons. Sergio Melillo (Vescovo di Ariano Irpino – Lacedonia), del Prof. Antonio Garofalo (Prorettore per la Didattica e Affari Istituzionali dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”), del Prof. Rodolfo Conenna (Direttore Sanitario presso l’ “Azienda Ospedaliera Specialistica dei Colli” – Monaldi, Cotugno, C.T.O.), del Prof. Roberto Parrella (Direttore U.O.C. Malattie infettive ad indirizzo respiratorio dell’Ospedale Cotugno di Napoli) del Dott. Maurizio Municinò (Responsabile di U.O. Medicina Pubblica Valutativa e Necroscopica Asl Napoli 2 Nord – Responsabile del Centro Regionale con annesso Obitorio “A. Paolella”), del Dott. Mario Coppeto (Presidente della Commissione al Diritto alla Città, alle Politiche urbane, al Paesaggio e ai Beni Comuni, presso il Consiglio comunale di Napoli).
Solo poche considerazioni. Sembra ancora oggi estremamente attuale il monito che Vittorio Emanuele Orlando pronunciava, in occasione della seduta dell’Assemblea costituente del 13 giugno 1947: “da legislatori vi detesterete come costituenti!”. L’autonomia differenziata, rivendicata dalle Regioni a statuto ordinario, non si risolve nella previsione, sancita dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione perché, avvalendosi dell’art. 117 della Costituzione, che prevede le materie concorrenti, a cui accedono le Regioni a statuto ordinario, afferma un’“unità organica e mediata di interessi particolari”, su base regionale. Una possibilità giuridica già compresa dall’antiveggente Vittorio Emanuele Orlando.
Lo statista la ravvisava nell’ordine del giorno proposto dall’onorevole Bononi, sulla “costituzione” della Regione, discusso dall’Assemblea costituente nella seduta del 13 giugno 1947 : viene prospettato “un ente puramente amministrativo, messo sullo stesso piano di altri enti aventi il medesimo carattere”, “regolati per legge” che “trasforma” la “materia” da “costituzionale in legislativa”. Una scelta che inserisce questo Ente “nella Costituzione, come se si trattasse di una riforma influente sugli ordinamenti strutturali dello Stato”: la Regione, in questo modo – evidenzia ancora Orlando – è posta “sullo stesso piano del Comune e della Provincia”, senza che il Costituente – secondo la convinzione di Orlando – voglia “considerare il Comune e la Provincia come materia costituzionale”.
Secondo Orlando, quindi, se si vogliono “considerare alla stessa stregua”, i “Comuni”, le “Provincie”, la “Regione”, “come facenti parte della materia regolata dalla Costituzione”, si renderà “fatalmente […] impossibile la legislazione futura”: si verranno a “creare tali conflitti con il potere legislativo dei Governi futuri”, da trovare “insopportabili i limiti” che vengono posti. Come evidenzia, quindi, Orlando all’Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, il diritto può essere “concepito non come una imposizione dall’esterno, ma come una qualche cosa di organico, che si sviluppa da sé: pianta, che mette nella terra le sue profonde radici, che alimenta il suo tronco, i suoi rami, le sue foglie, anche le più alte, raccogliendo dall’aria, dalla luce, dalla profondità dell’humus le ragioni della sua esistenza”.