Milano, riciclaggio soldi camorra: sequestrati conti e casa ad avvocatessa e compagno

di Redazione

La Divisione Anticrimine della Questura di Milano e il Gruppo della Guardia di Finanza di Milano hanno dato esecuzione a due decreti di sequestro antimafia emessi dal Tribunale di Prevenzione, su proposta congiunta del Procuratore Distrettuale Antimafia e del Questore di Milano. Il primo dei due provvedimenti ha riguardato Barbara Sabadini, avvocato del foro di Milano, condannata nel 2018 per riciclaggio, avendo realizzato sofisticate attività di “ripulitura” dei proventi illeciti del boss di camorra Vincenzo Guida, per mezzo di alcuni conti correnti in Svizzera. Guida è stato il promotore di un sodalizio criminale strettamente collegato alla cosiddetta “nuova famiglia” della camorra napoletana, in passato arrestato e condannato per aver realizzato a Milano un giro di usura su larga scala meglio noto come “Banca della Camorra”.

In precedenza, l’avvocato era stato coinvolto nell’operazione “Liotro” della Direzione distrettuale antimafia di Milano – relativa all’omicidio del pregiudicato Salvatore Forciniti del 1992 – perché accusato di aver “preparato” la deposizione di un testimone. Sempre a seguito di tale operazione, Sabadini è stata indagata per associazione di tipo mafioso, venendo accusata di aver svolto il ruolo di intermediario negli affari del clan Guida, relativi all’acquisizione di alcuni locali del milanese. Successivamente, è stata denunciata anche per corruzione in atti giudiziari, per aver esercitato pressioni su un parlamentare affinché quest’ultimo intervenisse sui giudici chiamati a decidere in merito alla colpevolezza di Guida. Tali giudizi, pur terminati con l’assoluzione per insufficienza di prove, hanno comunque evidenziato la pericolosità sociale della professionista nonché i legami – personali e professionali – che la legano alla figura di Guida e al suo sodalizio criminale. Ad oggi, pende a carico di Sabadini un altro procedimento penale per un reato di falso commesso in relazione a un atto di compravendita immobiliare, con il quale l’avvocato avrebbe tentato di giustificare le giacenze presenti sui conti correnti elvetici utilizzati per riciclare il denaro del clan.

Il secondo provvedimento di sequestro è stato invece irrogato nei confronti di G.R., compagno e convivente di Sabadini, oggetto di numerose indagini di polizia giudiziaria, e condannato in via definitiva per bancarotta fraudolenta e reati tributari. Specializzato nel trarre ingenti guadagni pilotando i fallimenti delle proprie società – che emettevano fatture per operazioni inesistenti e omettevano il versamento degli oneri contributivi e fiscali, anche mediante indebite compensazioni con fittizi crediti d’imposta – G.R. e i suoi complici avevano realizzato un complesso sistema fraudolento, che prevedeva l’avvicendarsi di più società e l’intestazione delle relative quote a prestanome senza fissa dimora o extracomunitari, al fine di ostacolare qualsiasi iniziativa dell’Amministrazione finanziaria. Le approfondite indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine e dal Gruppo della Guardia di Finanza hanno rivelato gli ingenti profitti illeciti dei due soggetti, grazie ai quali gli stessi hanno condotto un tenore di vita del tutto sproporzionato rispetto ai redditi da loro dichiarati.

Pertanto, è stato richiesto ed ottenuto il sequestro di beni che non solo sono stati acquistati con denaro di provenienza verosimilmente illecita, ma la cui disponibilità è apparsa del tutto ingiustificata in considerazione delle entrate dei due professionisti. In particolare, sono stati sequestrati: due conti correnti svizzeri, denominati “Mago Merlino” e “Vedri Investment SA”, riconducibili a Sabadini, con le relative giacenze; un immobile di lusso sito nelle vicinanze dell’Arco della Pace, con cantina e due box auto, riconducibile nella disponibilità di G.R.. Il valore complessivo del sequestro è di circa 3 milioni di euro. Spetterà ora ai due conviventi dimostrare che i beni in questione siano stati acquistati con denaro di provenienza lecita e riconducibile alle loro attività professionali. Se ciò non accadrà, i due provvedimenti andranno a consolidarsi in una confisca antimafia, e i beni sequestrati saranno sottratti al circuito dell’economia criminale per essere destinati in favore della collettività. IN ALTO IL VIDEO

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