Aversa, carenza organico Tribunale Napoli Nord all’attenzione del Csm

di Redazione

Aversa (Caserta) – La grave e ormai cronica carenza di organico del Tribunale di Napoli Nord, situato ad Aversa, nel Casertano, è stata portata all’attenzione del Consiglio Superiore della Magistratura dal dottor Antonio D’Amato, autorevole componente togato del consesso che tutela l’autonomia e l’indipendenza dei giudici. Già procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e già capo della segreteria dell’ex sottosegretario alla Giustizia Pasquale Giuliano (nella foto), D’Amato, nel suo intervento ha tra l’altro evidenziato come sia del tutto “inadeguata la rideterminazione dell’organico per Napoli Nord (Aversa)”.

D’Amato, infatti, con numeri alla mano, ha con forza denunziato che mentre “Napoli ha 313 magistrati in organico su una popolazione di 1milione e 372mila abitanti, Napoli nord ha solo 81 magistrati per 990mila abitanti”. Riferendosi, poi, ai lamentati ritardi ed alle lunghe attese per l’emissione di provvedimenti giudiziari da parte del tribunale aversano, D’Amato ha giustamente sottolineato come sia “Inutile parlare di ritardi e sedi da cui si fugge se un presidio di legalità non viene messo nelle condizioni di esercitare la giustizia”. La forte presa di posizione di D’Amato è stata salutata con particolare soddisfazione dall’ex senatore Pasquale Giuliano, considerato il “padre” del tribunale aversano poiché, come è noto, grazie al suo disegno di legge e alla battaglia da lui condotta con determinazione ed in solitudine per più di un decennio, riuscì nel 2012 a portare ad Aversa quello che per grandezza è il quarto ufficio giudiziario d’Italia.

Giuliano ha così commentato l’intervento di D’Amato: “Ad Antonio D’Amato rivolgo un particolare, caloroso ringraziamento mio personale, al quale sicuramente si uniranno magistrati, avvocati e funzionari amministrativi del tribunale aversano. Finalmente all’interno del Csm si è levata una voce autorevole che ha denunziato con forza e con dati numerici inoppugnabili ed eloquenti una situazione assolutamente intollerabile, per la quale non si possono accampare scusanti di alcun genere. La sproporzione di organico tra il tribunale Napoli Nord ed altri uffici giudiziari e di una tale evidenza che lascia sbigottiti, se non addirittura increduli. Spero, quindi, che finalmente si dia corso ad una vera e propria battaglia per conoscere le vere, e spero confessabili, ragioni per le quali uno tra i cinque più importanti tribunali d Italia, che peraltro ha iniziato la sua attività a carico zero, sia stato fatto precipitare in pochi anni in una crisi di una tale gravità da farlo ritenere da parte di magistrati e operatori giudiziari, come giustamente ha rilevato D’Amato, una sede dalla quale ‘fuggire’ e verso la quale si hanno remore e riserve al momento in cui, messa a concorso, deve essere scelta. Non amo fare dietrologia e spero che questa situazione non sia dovuta ancora alle forti avversioni, politiche e no, che dovetti affrontare per l’allocazione del tribunale ad Aversa. Certo è, però, che rimane ancora del tutto ingiustificata e ingiustificabile la scelta di un paio di anni fa dell’allora sottosegretario Pd alla Giustizia, Gennaro Migliore, che, nel silenzio e nell’inerzia di tutti, malgrado una mia lettera aperta di denuncia, riconvertì quello che restava del vecchio   complesso dell’Opg in istituto di detenzione, malgrado che nell’originario progetto quella storica struttura fosse in gran parte destinata ad accrescere e migliorare gli spazi del neonato tribunale. Mi auguro ora che tutti i sindaci del circondario, con in testa quello di Aversa, facciano sentire la loro voce per denunziare questa allarmante situazione, unendosi così alle proteste della magistratura e dell’avvocatura del tribunale aversano, ridotto ad un ufficio giudiziario che nelle attuali condizioni di organico, malgrado gli encomiabili sforzi di magistrati, avvocati e personale amministrativo, certamente non può garantire sollecite risposte di giustizia né, quindi, tantomeno, rappresentare un efficace e credibile presidio di legalità”.

Giuliano conclude: “Non amo dare corpo ai sospetti, ma certo è che le ragioni che frenano l’inizio dei lavori della progettata aula bunker, che consentirebbe di celebrare ad Aversa – e non presso altri tribunali – i ‘mega processi’, sono   avvolti nel più fitto mistero. Provoca poi pensieri malevoli la decisione di non destinare, come sarebbe naturale per un ufficio giudiziario di tale importanza, ad accesso principale la prestigiosa porta che prospetta su piazza Trieste e Trento e che immette, dopo un fascinoso androne   sulla bellissima ‘piazza d’armi’. Che dire, ancora, del disperato tentativo consumatosi poco tempo fa ad opera dei soliti noti, ma fortunatamente fallito per le feroci reazioni di coloro che invece ‘amano’ e difendono il tribunale aversano, di ‘spacchettare’ il circondario per fare ‘rientrare’ alcuni comuni in due confinanti uffici? Insomma, vari e consistenti sono gli ‘indizi’ che ci obbligano a vigilare con grande attenzione su una ‘conquista’ che va difesa ad ogni costo”.

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