Aversa (Caserta) – Sindaco “prigioniero” dei numeri. Il giorno dopo la seduta di Consiglio comunale che ha portato alla approvazione del bilancio grazie all’astensione di cinque dei cosiddetti dissidenti interni, Alfonso Golia dovrà prendere atto che, in futuro, i numeri ci saranno solo se scenderà a patti con l’opposizione interna. Sindaco che molti vorrebbero frastornato dopo la seduta consiliare di ieri che molti considerano una sorta di vittoria di Pirro che lo ridurrebbe, di fatto, ad “ostaggio” dei dissidenti.
Tra questi Luisa Motti, presidente Commissione Bilancio, che precisa: «La città, da lunedì, può essere più tranquilla. Non vi è un sindaco insidiato da dissidenti, ma una maggioranza plurale. Una parte spinge per quella rivoluzione, senza cui, si va verso il tracollo. I processi al passato non servono. C’è l’impegno del presente che preme. E il passato opera silenziosamente nel presente. Qui non si tratta di buoni e cattivi, ma di un sistema, che opera sotto traccia per sopravvivere. Il nostro giovane sindaco dovrà essere un po’ più smaliziato e fare sintesi. Ieri abbiamo presentato l’agenda dei grandi cambiamenti che salveranno Aversa. A breve una prima verifica. Ma l’operazione verità è ancora, diciamo, al 30%».
«Abbiamo dimostrato – afferma Paolo Santulli, altro dissidente – la nostra fedeltà al progetto politico che ha ottenuto il larghissimo consenso elettorale. Abbiamo dichiarato, pubblicamente, con chiarezza, che noi ci crediamo ancora, lo abbiamo dimostrato, oltre tutto, nei fatti, ma sono necessarie inversioni di rotta e correttivi per continuare senza problemi. Non si tratta di “poltrone”, quelle, volendo, si trovano. È una questione di metodo. Non si può prescindere dalla partecipazione, dalla condivisione e dal confronto. Le liturgie della Democrazia e della Politica sono sempre le stesse. Bisogna dare il tempo a tutti di convincersene, e noi lo stiamo facendo».
«Un bilancio risicato, – afferma dall’opposizione Gianluca Golia, uno dei pochi presenti insieme a Roberto Romano, Luigi dello Vicario e Peppe Stabile – passato con 10 voti, di cui 1 dello stesso sindaco. A questo bisogna aggiungere la pesante astensione da parte di 4 consiglieri più quella del presidente del consiglio. Insomma, un bilancio che mostra la totale inconsistenza di questa amministrazione, tenuta su da dinamiche che di buon senso e coerenza hanno ben poco. Il tutto agevolato da assenze in opposizione che hanno salvato il sindaco sin da subito. Insomma, una maggioranza frammentata che ha approvato a fatica un bilancio che non ha nulla di programmatico, nulla che possa dare un vero slancio a questa città. Un sindaco salvato dalle assenze non è un sindaco che ha un peso dopo soltanto un anno di amministrazione. Il sindaco, alla luce di quanto avvenuto, dovrebbe prendere atto e coraggiosamente dimettersi».
Per Luigi Dello Vicario: «Un anno dove non si è realizzato nulla del programma. Si può accordare fiducia sulla base di queste premesse? L’ultima scena si è consumata ieri, in un clima surreale con un sindaco, senza maggioranza, frastornato, retto dalla stampella di una parte della opposizione. Ripartire dall’anno zero? Io ripartirei dalle dimissioni». La Lega, non presente in Consiglio, interviene con Michele Galluccio: «Dopo un anno bisogna prendere atto che non c è una maggioranza politica che sostiene l amministrazione. Sei consiglieri di maggioranza che non votano un bilancio rappresenta un atto di sfiducia verso le politiche messe in atto. La città ha bisogno di chiarezza e se non ci sono i numeri per amministrare si prenda atto. In 18 anni non si era mai approvato un bilancio con 10 consiglieri che sono minoranza in Assise».