La ripartenza della scuola prevista per il 14 settembre rischia di essere minata da cattedre vuote e poco personale scolastico. Nelle graduatorie a esaurimento di diverse province, in prevalenza al Centro-Nord, infatti, molte classi di concorso sono esaurite e lo sono pure le graduatorie di merito. Un pericolo a cui cerca di porre rimedio la “chiamata veloce” dei docenti, messa in piedi dal ministero dell’Istruzione, che prende il via oggi. Tra chi denuncia i rischi sugli ingressi in ruolo c’è Cisl Scuola, che afferma come le assunzioni in ruolo dei docenti rischiano di essere molte meno di quelle annunciate dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, che ha firmato il decreto per l’assunzione a tempo indeterminato di 84.808 docenti.
Secondo il sindacato “è difficile si arrivi a coprire con assunzioni in ruolo più del 30% dei posti disponibili”. Secondo alcune previsioni si apre un anno scolastico con lo spettro di 250mila-300mila supplenti, anche perché ai numeri attuali bisogna aggiungere l’”organico Covid”, circa 70mila tra prof e collaboratori scolastici. Intanto il Miur fa sapere che “il recupero degli apprendimenti ci sarà. Comincerà dai primi di settembre”. Il ministro degli Esteri Di Maio esprime fiducia sull’avvio dell’anno scolastico: “La ministra Azzolina e tutto il Governo hanno tranquillizzato le famiglie, gli insegnanti e gli studenti. Ho piena fiducia nel Governo, nei ministri competenti, sul fatto che i nostri ragazzi possano riprendere le lezioni dal 14 settembre”.
Chiamata veloce – La nuova procedura prevista dal decreto sulla scuola approvato a dicembre in Parlamento, fa sapere in una nota il ministero dell’Istruzione, “consente a chi è in graduatoria, ma non ha ottenuto il ruolo con la normale tornata di assunzioni, di poter presentare domanda in un’altra regione dove ci sono posti disponibili per ottenere prima la cattedra a tempo indeterminato”. Le domande potranno essere presentate fino alle ore 23.59 del 2 settembre. “Subito dopo l’assegnazione dei posti con la chiamata veloce”, spiega ancora il Miur, “si procederà con le supplenze”. “Il Ministero ha infatti messo a punto un fitto cronoprogramma, scadenza dopo scadenza, per consentire – conclude la nota – un avvio ordinato del nuovo anno che sta consentendo di chiudere le singole operazioni nei tempi previsti per la prima volta dopo molti anni”.
Cisl – “C’è una percentuale bassissima di copertura dei posti che ad oggi non supera il 30% – ha spiegato in una nota la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi – la situazione più disastrosa è sul sostegno. Verranno coperti a malapena i docenti andati in pensione. La prova lampante di scelte fallimentari in materia di reclutamento, che purtroppo si tramandano di governo in governo da troppo tempo”. Un’altra questione riguarda i docenti che, affetti da patologie, stanno chiedendo di restare a casa, avvicinandosi la data del rientro a scuola e contemporaneamente aumentando in questi giorni il numero dei contagio.
Trasporti – Per quanto riguarda le modalità del rientro a scuola, intanto, dopo che la Conferenza Unificata ha licenziato in via definitiva il documento dell’Istituto superiore di Sanità e Inail sulla gestione di possibili casi di contagio nelle scuole, continua il confronto tecnico sul trasporto pubblico in vista della Conferenza Unificata di lunedì prossimo. “Bene l’accordo con le Regioni, ora avanti verso il 14 settembre”, ha commentato la ministra Azzolina. La Commissione Trasporti delle Regioni e il ministero delle Infrastrutture sono praticamente giunti a un accordo sulla possibilità di derogare al distanziamento a bordo dei mezzi di trasporto – considerata la limitata permanenza temporale sui mezzi da parte dei viaggiatori – fino a consentire l’80% del riempimento ove vengano garantite adeguate misure di contenimento dei rischi di contagio. Le Regioni poi hanno insistito sulla necessità che vengano garantite adeguate risorse per finanziare i servizi aggiuntivi sul Tpl, volti a coprire il restante 20%.
Corsi di recupero – I recuperi, fa sapere il ministero, saranno “in alcuni casi in presenza, in altri, per il secondo grado, a distanza, a seconda dell’autonoma scelta delle singole scuole” e proseguiranno “anche durante i prossimi mesi, così come previsto dalle norme che regolano il nuovo anno scolastico, che sono il frutto della gestione del periodo di emergenza sanitaria vissuto dal Paese. Nessun allarme, dunque”. “La precisazione – prosegue la nota del Miur- si rende necessaria a causa di titoli di stampa che lasciano presagire il contrario, anche con riferimento al tema del pagamento dei docenti. Su quest’ultimo punto il ministero ha solo ricordato, citando peraltro la normativa vigente, che dall’1 al 14 settembre si potranno avviare i corsi perché i docenti sono già a scuola per l’attività ordinaria. La nota di chiarimento inviata agli istituti ricorda anche che il recupero degli apprendimenti non è ‘un mero adempimento formale’, ma nasce dalla ‘necessità di garantire l’eventuale riallineamento degli apprendimenti’ dato il particolare anno scolastico vissuto da marzo a giugno dai nostri ragazzi. ‘Lo sforzo compiuto lo scorso anno scolastico è stato considerevole ed è stato per molti versi esemplare di come comunità educanti coese abbiano dato una pronta risposta alla necessità di garantire, seppure in una situazione drammatica, il diritto all’istruzione’, ricorda sempre la nota, ‘si tratta ora di recuperare ciò che si è inevitabilmente perso'”. “I corsi ci saranno, dunque, – conclude il ministero – malgrado le minacce di diffida. Alimentare la narrazione del rifiuto dei docenti di svolgere alcune attività o addirittura di presentarsi al lavoro come sta succedendo in questi giorni, crea solo un danno di immagine alla categoria e turba il sereno avvio dell’anno scolastico già caratterizzato da numerose novità dovute all’emergenza sanitaria”.