Frecciarossa “sold out” per andare da Milano verso il Sud Italia. La combinazione che ha portato all’inevitabile tutto esaurito è quella tra l’arrivo del mese di agosto, con annesso esodo per le vacanze, e la stretta del Governo che ha chiesto di mantenere le norme sul distanziamento sui treni. Il governatore della Liguria Giovanni Toti: “L’ordinanza sul distanziamento sui treni non sta in piedi”. La sottosegretaria al ministero della Salute Sandra Zampa: “Se l’intento è fare il tutto esaurito per fare cassa secondo me hanno sbagliato i calcoli”. La ministra dei Trasporti Paola De Micheli: “Non è mai stato previsto il riempimento al 100%, vorrei che questo fosse chiaro”.
Negli ultimi giorni il distanziamento sui treni come misura contro il contagio da coronavirus è stato al centro di un acceso dibattito tra Governo e Regioni. Prima le Regioni avevano ottenuto la sospensione di questa norma, ma una stretta del governo, con un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza, ha chiesto di reintrodurla. Il ministero chiede di mantenere alta la guardia con le misure anti contagio, ma il distanziamento sui treni significa un dimezzamento dei posti disponibili che per alcuni provoca ulteriori disagi.
Su Repubblica protesta l’assessore ai Trasporti della Regione Lombardia, Claudia Terzi: “La nostra ordinanza si basa su profonde valutazioni anche con la parte sanitaria. Era necessaria anche per coordinarci con le altre Regioni del Centro-Nord sul trasporto pubblico in un momento delicato in cui il turismo si muove tra i nostri territori. Inoltre, ci confortavano gli ultimi dati epidemiologici”. Terzi difende la Regione su una decisione legata a problemi anche di traffico ferroviario, per uniformare le regole tra regioni confinanti: “La Polfer fermava i convogli e imponeva di rispettare le norme lombarde più severe. I treni restavano bloccati anche per 80-90 minuti in attesa che la gente scendesse dai treni. Cosa che oltretutto non avveniva”.
Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è intervenuto sul tema in un’intervista sul Corriere della Sera, dicendo che a suo avviso l’ordinanza del governo sul distanziamento nei treni nazionali “non sta in piedi, crea allarme ingiustificato, è sbagliata nel merito e nel metodo”. Toti critica soprattutto la metodologia con cui sarebbe stata imposta la decisione: “L’ordinanza è arrivata senza alcun confronto in una materia che è palesemente una materia concorrente, e francamente questo atteggiamento è inaccettabile. Se questo Paese è ripartito è soprattutto merito delle Regioni che si sono prese le responsabilità di scrivere le linee guida, in una notte drammatica che ancora tutti ricordano”.
Intanto il Piemonte, dove il distanziamento sui treni non c’è più dallo scorso 10 luglio, ha fatto sapere che non è nelle condizioni di ripristinare il distanziamento a bordo dei mezzi pubblici, come previsto dall’ordinanza del ministro Speranza. “Ci faremo sentire presso il governo affinché la situazione venga sanata – ha detto l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte, Marco Gabusi – Abbiamo migliaia di utenti che rimarranno a piedi, che non potranno svolgere la loro attività lavorativa e non potranno nemmeno andare in vacanza”.
Sul tema è intervenuta anche la ministra De Micheli, che ha spiegato: “L’8 luglio abbiamo mandato a tutte le istituzioni coinvolte una proposta per modificare con una serie di protezioni le linee guida sul trasporto pubblico interregionale, in particolare quindi per i due operatori di Alta Velocità. Il 14 queste linee guida sono state inserite nel dpcm e quindi sono entrate in vigore. Non è mai stato previsto il riempimento al 100%, vorrei che questo fosse chiaro. Sono stati previsti dei modelli di protezione che spostavano dall’attuale 50-60% a un 75-80%”. “Nel frattempo che le aziende si sono organizzate per quei nuovi modelli di protezione – ha aggiunto – è cambiata la situazione dei contagi. E quindi abbiamo fatto una valutazione insieme al ministro Speranza, di fare un ulteriore approfondimento, per arrivare a quell’obiettivo, anche su alcuni sistemi di filtraggio dell’aria, attività svolte anche per altri sistemi di trasporto”. Secondo la ministra, “è vero che ci sono stati dei disagi e io sono molto dispiaciuta di questo perché vorrei che gli uomini e le donne di questo Paese viaggiassero sempre con la massima comodità, ma è anche vero che ci siamo trovati di fronte in 48 ore a uno scenario diverso da quando abbiamo preso quella decisione”. E ha concluso: “Credo che avere un sistema di trasporti che carica un po’ meno di altri Paesi, ma che in qualche modo fa capire che ci sono delle garanzie, renda l’Italia più competitiva anche sul fronte del turismo, perché un turista che parte da un Paese straniero o che si muove anche in Italia sa che arriva in un Paese dove stiamo cercando di creare le condizioni di massima sicurezza”.
La sottosegretaria al ministero della Salute Sandra Zampa ha invece rilasciato un’intervista a La Stampa in cui si è espressa molto duramente sulle le Regioni che hanno protestato contro la decisione presa dal governo. “Se l’intento è fare il tutto esaurito per fare cassa – ha detto Zampa – secondo me hanno sbagliato i calcoli. E mi colpisce non si comprenda proprio in una regione come la Lombardia, che ha pagato caro il fatto di essersi fermata molto meno di altre regioni anche durante il lockdown”. E ha aggiunto che se la situazione in Italia al momento è sotto controllo è “perché finora abbiamo rispettato le regole, non credo che sia il caso di strumentalizzare un tema come la salute”.