Pasquale Zagaria, boss del clan dei casalesi, da stamani è di nuovo in carcere. L’ergastolano sessantenne, fratello del capoclan Michele Zagaria, sottoposto al regime di 41 bis, era stato scarcerato lo scorso aprile durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, scatenando la legittima polemica di giudici e Forze dell’Ordine che tanto avevano lavorato per portarlo dietro le sbarre.
La clamorosa scarcerazione fu attribuita ad un errore di invio mail: il Tribunale di Sorveglianza di Sassari infatti, portato a conoscenza del fatto che la terapia oncologica a cui era sottoposto lo Zagaria presso l’ospedale cittadino, non poteva più essere seguita a causa dell’impegno totale del nosocomio con i pazienti affetti da Covid-19, aveva chiesto al Dap una soluzione alternativa, ma la risposta non era mai giunta ed il Tribunale aveva eseguito la scarcerazione, affidando il boss agli arresti domiciliari presso la casa di un familiare residente in provincia di Brescia.
“Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, rappresentato dal suo capo Bernardo Petralia, con l’azione di oggi ha restituito dignità al lavoro svolto dai rappresentanti della giustizia e rispetto alle tante vittime della camorra”, ha esordito Roberto Santini, segretario generale del sindacato SiNAPPe, sottolineando che “il ritorno in carcere di ‘Bin Laden’ (questo il soprannome del boss, ndr.), è un forte segnale che puntualizza come la giusta ed equilibrata detenzione mira a garantire una maggior sicurezza per la collettività, pur nel rispetto del diritto alla salute garantito ad ogni detenuto”.