I finanzieri della compagnia di Mondragone hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali e reali, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della locale Procura, nei confronti di due imprenditori agricoli, ritenuti responsabili del delitto di sfruttamento del lavoro, previsto e punito dalla normativa sul “caporalato”.
In particolare, il provvedimento ha disposto per i titolari delle imprese agricole interessate, una operante nel territorio di Carinola e l’altra nel territorio di Falciano del Messico, il divieto di dimora nelle regioni Campania e Lazio nonché l’interdizione all’esercizio di attività d’impresa e di direzione delle persone giuridiche per un periodo di dodici mesi. Sempre in esecuzione del citato provvedimento, sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo – impeditivo, diretto, per equivalente e per sproporzione – di due complessi aziendali, beni mobili e immobili, per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro, tra cui, disponibilità finanziarie per circa 450mila euro. Venivano, inoltre, sequestrati quattro terreni sui quali era stata accertata l’attività lavorativa svolta in condizioni di sfruttamento.
Secondo quanto emerso dalle indagini dirette da questa Procura, gli imprenditori destinatari delle misure si avvalevano dell’intermediazione illecita di diversi “caporali” – già arrestati nell’ambito della stessa indagine -, i quali reclutavano quotidianamente decine di cittadini, per lo più extracomunitari, in stato di bisogno ed in condizioni di sfruttamento, per la raccolta di prodotti agricoli su terreni ubicati nella Provincia di Caserta ad esclusivo beneficio delle loro aziende agricole. In particolare, grazie all’espletamento di mirate attività di intercettazione e di prolungati servizi di appostamento, osservazione occulta e pedinamento, è stata possibile acquisire rilevanti elementi probatori a carico di sei soggetti intermediari, già sottoposti a misure restrittive nell’anno 2018.
Per operare la necessaria azione di contrasto, patrimoniale e personale, nei confronti degli sfruttatori, imprenditori consapevolmente beneficiari dell’attività lavorativa – profili soggettivi di rilievo assolutamente principale nella filiera criminale – venivano delegate alla Guardia di Finanza di Mondragone ulteriori indagini economico-finanziarie finalizzate sia alla quantificazione dei profitti conseguiti attraverso le attività illecite, sia alla ricostruzione dei patrimoni riconducibili agli indagati, onde procedere all’adozione delle diverse misure aggressione patrimoniale previste dalla legislazione vigente, grazie alla riforma operata dalla legge 199/2016. Gli elementi investigativi confermano la gravità e la diffusione di un fenomeno che, con l’unico intento di realizzare la massimizzazione dei profitti, alimenta la pratica del “lavoro nero” e crea condizioni di sfruttamento e di sopraffazione ai danni dei lavoratori e dell’intero sistema economico, condizionato dalla concorrenza sleale di chi abbatte i costi della manodopera. IN ALTO IL VIDEO