Operazione antimafia “Iddu” che ha portato all’arresto di 21 persone con l’accusa di far parte del clan di Cosa Nostra catanese dei Santapaola Ercolano ha anche fatto luce sull’efferato omicidio di Dario Chiappone oltre che documentare le intimidazioni e i pestaggi commessi dagli indagati per imporre il controllo mafioso del territorio. Chiappone è stato ucciso nell’ottobre del 2016.
Per questo delitto furono già arrestati Benito La Motta, 63 anni, di Riposto, e Paolo Censabella, 62 anni, di Mascali, ritenuti i mandati dell’omicidio del pizzaiolo che all’epoca aveva 27 anni massacrato a coltellate e poi sgozzato nella notte fra il 31 ottobre e il primo novembre 2016, in via Salvemini, a Riposto. La vittima, quella sera, era in compagnia di una 41enne ripostese, commerciante, che ha assistito alla barbara esecuzione. Le indagini sull’omicidio Chiappone sono state scandite da una serie di colpi di scena, in primis l’arresto dei presunti sicari che presero parte alla spedizione di sangue Tuccio Agatino e Salvatore Di Mauro, rispettivamente condannati, in primo grado, dalla Corte d’Assise di Catania, all’ergastolo e a 23 anni di reclusione. Il successivo coinvolgimento nella spedizione di sangue di Antonino Narano, 75enne di Riposto, noto come “il killer delle carceri”.
Paolo Censabella avrebbe ordinato, previo pagamento, l’uccisione del giovane giarrese. Il movente è legato a motivi sentimentali ed economici riconducibili al rapporto di frequentazione della vittima con l’ex convivente di Censabella che avrebbe ordinato il delitto. Benito La Motta, referente di spicco a Riposto della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano avrebbe infine pianificato la missione di morte. IN ALTO IL VIDEO