Aversa (Caserta) – Se e quando riaprirà, il mercato ortofrutticolo di Aversa sarà attivo solo in parte. A lanciare l’allarme una serie di operatori della struttura di viale Europa, tra cui Maurizio Pollini, storico commissionario del mercato e vice presidente interregionale per la Campania e il Molise della Confesercenti, oltre che vice presidente della Camera di Commercio di Caserta.
«Un anno dalla chiusura e di riapertura non se ne parla ancora», esordisce Pollini, per poi continuare: «Siamo di fronte ad incapacità politica perché dopo un anno non si può cancellare un’esperienza di generazioni, un’attività di oltre 50 anni, una realtà socio economica che era un punto di riferimento e di sviluppo. Quando e se si riaprirà bisogna recuperare tutti i rapporti sociali e commerciali che sono andati persi e che erano costati anni di lavoro». «Tutti – continua Pollini – vogliamo delocalizzare, ma con calma. Oggi registriamo una perdita economica, ma anche umana. Gli uomini impegnati nella struttura hanno perso i rapporti sia con i contadini che con gli acquirenti. All’apertura valli a recuperare. Inoltre, i consumatori registrano prezzi dei prodotti ortofrutticoli sempre più onerosi. In altri mercati si pagano oneri tipo entrata, carico, scarico, tutti servizi che erano ad Aversa a nostro carico».
Il rappresentante sindacale, lancia, poi, un allarme: «Qualcuno ha capito le nostre reali difficoltà? Dietro le nostre porte ci sono gli usurai. Molti imprenditori stanno intentando azioni legali per il mancato guadagno. Il mercato è stato chiuso per una cattiva gestione dell’ente, non addebitabile certamente agli operatori. Abbiamo un contratto che ci consentiva di lavorare, ma non siamo stati messi in grado di farlo». Arriva, poi, l’allarme più grave: «Una gara di appalto per poi sentirci dire che si aprirà al 50% e ci si dovrà arrangiare. Non capiamo perché si darà agibilità solo al 50%. Come si farà a lavorare gli stessi di prima in metà dello spazio? Chi darà l’agibilità sanitaria? Sarebbe il caso di avere interlocutori competenti e non improvvisati. Proposte che vanno al di là del buon senso. Per cortesia, fermatevi, rivolgetevi a chi ne sa di più. E’ vero che la chiusura non è colpa vostra, ma la mancata riapertura dopo un anno è un vostro fallimento».
«Nel corso dei lavori – spiega il vicesindaco con delega ai Lavori pubblici, Benedetto Zoccola – sono venute fuori altre cose non previste tipo l’antincendio chiesto dai vigili del fuoco. Ora abbiamo le fogne in tutta la struttura, servizi igienici degni di questo nome, ma le coibentate (le pensiline) ci saranno solo in parte». Subito dopo aggiunge con l’obiettivo di rassicurare gli operatori: «Le ulteriori opere necessarie saranno possibili grazie all’economia di gara che abbiamo avuto per questi lavori attualmente in atto. Si tratta di centomila euro di risparmio rispetto al preventivato che saranno utilizzati per ultimare il tutto. Ma se non finiscono questi lavori non possiamo utilizzare queste economie». Insomma, i tempi per il pieno recupero della struttura sembrano dilatarsi ancora di più.