Aversa (Caserta) – In una nota inviata all’Ordine degli Avvocati di Napoli Nord, un gruppo di rappresentanti del Consiglio dell’Ordine (Francesco Castaldo, Marco Castaldo, Rosa Cesaro, Aniello Cirillo, Luigi D’Antò, Generoso di Biase, Antonia Di Costanzo, Nicola di Foggia, Maria Dolores Di Micco, Giuseppe Landolfo e Elisabetta Annalisa Russo) ha chiesto la sfiducia al presidente del Coa, Gianfranco Mallardo, per “comportamento antidemocratico”.
Riceviamo e pubblichiamo: «Egregi Colleghi, abbiamo il dovere di renderVi edotti di quanto sta succedendo nel nostro Consiglio dell’Ordine. Mai pensavamo di utilizzare i social per rappresentare le nostre ragioni, ma il comportamento antidemocratico del presidente Mallardo e dell’ufficio di presidenza, nonché la disinformazione artatamente veicolata, ci obbliga a palesare le vicende che hanno animato le ultime sedute consiliari. A fronte dei gravi episodi avvenuti, che renderemo al momento opportuno noti, afferenti il bilancio e le conseguenti determinazioni, nonché la gestione in generale del Consiglio e l’approccio arrogante, accompagnato dalla minaccia di sospensione dei servizi e di commissariamento dell’Ordine, sin da fine luglio, ha indotto i consiglieri Castaldo Francesco, Castaldo Marco, Cesaro Rosa, Cirillo Aniello, D’Antò Luigi, di Biase Generoso, Di Costanzo Antonia, di Foggia Nicola, Di Micco Maria Dolores, Landolfo Giuseppe e Russo Elisabetta Annalisa a sfiduciare l’ufficio di presidenza e a chiedere la relativa discussione. L’istanza e le successive, ben cinque, sino a quella inviata il 5 settembre scorso, non hanno avuto esito.
Il presidente Mallardo si è rifiutato di inserire all’ordine del giorno la discussione sulla sfiducia da noi introdotta con istanze ritualmente presentate. Ebbene, sotto l’aspetto politico, il gruppo consiliare che aveva tributato la fiducia eleggendo l’attuale ufficio di presidenza, oggi non esiste più. Di contro, ben undici componenti, vale a dire la maggioranza assoluta del consesso, quella fiducia l’hanno revocata. Non c’è legge professionale nè regolamento che tenga. Oggi, quell’incarico fiduciario, conferito nel Febbraio 2019, è venuto meno. In punto di diritto, siamo sconcertati. Le interpretazioni normative e regolamentari del collega Mallardo, avallate dall’intero ufficio di presidenza, affidate ad una laconica comunicazione inviata singolarmente anche ai sottoscritti, sono inconferenti e frutto di perseverante errata percezione del dato normativo. Volevamo spiegare al presidente Mallardo, che erano inutili ed inconferenti le questioni sollevate sulle bozze di bilancio. Volevamo ancora spiegargli, che era inutile ed inconferente la Sua presa di posizione con la quale nega la discussione sulla sfiducia da noi manifestatagli e fatta oggetto di apposita richiesta di inserimento all’ordine del giorno. Non spetta al Presidente, infatti, la valutazione sull’ammissibilità o meno dell’inserimento all’ordine del giorno di argomenti proposti di diritto da ciascun Consigliere e, nel caso di specie, dalla maggioranza assoluta degli stessi. La resistenza ad oltranza non fa che mettere in evidenza il solo attaccamento al ruolo, per non dire alla poltrona.
Questo reiterato comportamento non solo paralizza l’Istituzione, mettendo in grave pericolo la sopravvivenza della stessa, ma soprattutto mortifica la Classe intera, che da Noi si aspetta soluzioni di fronte ai pesanti problemi che l’affligge, aggravati dalla situazione contingente. Sarebbe più corretto e rispettoso da parte dell’intero ufficio di presidenza rassegnare le dimissioni. Nella seduta odierna (08.09.2020) si è giunti al colmo. Di fronte all’ennesima e reiterata richiesta preliminare di discutere ad horas l’ordine del giorno da noi proposto, oppure, in subordine, di rinviare il Consiglio a sette giorni, per la discussione in via preliminare dell’ordine del giorno integrato con i punti da noi richiesti, concernenti la sfiducia dell’ufficio di presidenza e le conseguenti determinazioni, il Collega Mallardo non ci ha consentito neppure di parlare. Ma vi è di più! Ci ha impedito, addirittura, che venisse verbalizzata una semplice dichiarazione contenente i motivi per cui avremo abbandonato la seduta. A nulla sono valsi i nostri richiami ai principi democratici, visto che la richiesta arrivava dalla maggioranza assoluta dei consiglieri eletti, nonché i richiami al regolamento ed all’ordinamento professionale.
Abbiamo abbandonato la seduta con enorme imbarazzo e rammarico, non potendo agire differentemente di fronte al comportamento del presidente, che mortifica la Sua persona, il ruolo che ricopre, l’Istituzione e l’intera avvocatura territoriale. Un presidente che, seppur sfiduciato, si ostina a rimanere al proprio posto, nonostante non sia in grado di garantire neppure il disbrigo dell’ordinaria amministrazione. Per rispetto dell’Avvocatura di Napoli Nord, quindi, non potevamo che abbandonare la seduta, ben consci delle responsabilità a cui siamo chiamati e alle quali non ci sottraiamo, avendo il dovere di interrompere questa spirale antidemocratica. Rimaniamo speranzosi che questo ufficio di presidenza abbia finalmente un sussulto di responsabilità e prenda atto della situazione con le consequenziali determinazioni».