L’emozionata e commossa madrina Anna Foglietta ha dato il via alla cerimonia di premiazione della 77esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, primo grande festival in presenza svoltosi nell’era Covid. In una Sala Grande poco affollata, rispetto agli anni precedenti, per ovvie ragioni di sicurezza, si è, così, conclusa una kermesse storica, capace di unire un alto standard qualitativo a un’organizzazione ineccepibile. Lodi, quindi, ai responsabili e al direttore Alberto Barbera per aver messo su un evento di portata planetaria, correndo dei seri rischi ma tenendo, sempre, un occhio vigilassimo sui controlli e facendo, infine, trionfare il cinema in sala come arte dell’incontro tra realtà e immaginazione, drammaticamente danneggiata dalla pandemia in corso.
Il verdetto, espresso dalla giuria internazionale presieduta dalla divina Cate Blanchett non ha fatto altro che certificare i numeri di una manifestazione fortemente al femminile, con ben otto film di registe in concorso, attribuendo il massimo riconoscimento, ovvero il Leone d’Oro, all’americano “Nomadland” diretto dalla giovane talentuosa cinese, naturalizzata statunitense, Chloé Zhao. Una commovente epopea “on the road” yankee nella quale l’immensa Frances McDormand, affiancata da un cast di autentici nomadi dell’era moderna, ci fa viaggiare tra libertà, disperazione, speranza, salvezza di esistenze ai margini della società contemporanea. Cineasta e interprete, non presenti sul palco, hanno ringraziato, inviando un gioioso videomessaggio da Pasadena a bordo della roulotte che le ha ospitate durante le riprese. Orgoglio tutto italico per la Coppa Volpi al miglior attore Pierfrancesco Favino protagonista del biopic “Padrenostro” di Claudio Noce basato sull’attentato al padre Alfonso, vicequestore ucciso il 14 dicembre del 1976 dai terroristi dei Nuclei Armati Proletari.
Miglior attrice la londinese Vanessa Kirby, madre per pochi istanti nel drammatico “Pieces of a Woman” diretto dall’ungherese Kormél Mundruczò alla sua prima produzione in lingua inglese. Completano la lista il giapponese Kiyoshi Kurosawa, Leone d’Argento per la regia del noir dal gusto retrò “La moglie di una spia”, il messicano Michel Franco, Gran Premio della Giuria per il distopico “Nuevo Orden”, il russo Andrei Konchalovsky, Premio Speciale della Giuria per il controverso ritratto (anti)comunista “Cari compagni”, l’indiano Chaitanya Tamanhe , Osella alla sceneggiatura dell’ispirato e poetico “Il discepolo”, e il giovanissimo iraniano Rouhollah Zamani, venditore ambulante trasformatosi in attore per “Khoshrid” di Majid Madidi a cui è stato attribuito il premio Marcello Mastroianni per l’interprete emergente. Da segnalare, infine, il trionfo nella prestigiosa sezione “Orizzonti” del figlio d’arte Pietro Castellitto, miglior sceneggiatore per la sua promettente opera prima “I predatori”.