Coronavirus, morto il vescovo di Caserta Giovanni D’Alise

di Redazione

Caserta – Lutto cittadino a Caserta, nella giornata del 5 ottobre, per la scomparsa del vescovo Giovanni D’Alise, 72 anni, risultato positivo al Covid-19 e ricoverato all’ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” del capoluogo, e deceduto morto a causa di un arresto cardiocircolatorio domenica 4 ottobre, alle 6.30.

Monsignor D’Alise era ricoverato dallo scorso 30 settembre. Il suo quadro clinico, fa sapere l’azienda ospedaliera di Caserta, “era aggravato da insufficienza renale, diabete mellito, cardiopatia ipertensiva e dislipidemia. I protocolli terapeutici previsti per la malattia sono stati tutti applicati. E stato altresì trattato con il nuovo farmaco antivirale Remdesivir. Le sue condizioni cliniche erano stazionarie. Il paziente è stato monitorato costantemente. Alle ore 6 si è verificato l’arresto cardiaco e alle ore 6.30, dopo le manovre di rianimazione cardiopolmonare, veniva constatato il decesso”.

Non sono previste esequie: la salma di monsignor D’Alise sarà tumulata nella giornata di domenica 4 ottobre all’interno della cripta del Duomo di Caserta, in ottemperanza alle normative anti Covid-19. Lunedì 5 ottobre, alle ore 18, sempre presso la Cattedrale si svolgerà una cerimonia religiosa di commemorazione, officiata dall’arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe. A questa celebrazione potranno partecipare, in numero contingentato, solo i parroci della Diocesi. Nell’occasione la Curia di Caserta ha previsto una diretta video, diffusa in Rete, che consentirà a tutti i fedeli di seguire la Santa Messa dalle proprie case. Nei giorni successivi, in ogni chiesa della Diocesi sarà celebrata una funzione per ricordare il nostro padre spirituale. L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Carlo Marino ha dichiarato una giornata di lutto cittadino per lunedì 5 ottobre.

Nato a Napoli il 14 gennaio 1948, ha frequentato la scuola media nel Seminario di Acerra, il ginnasio nel Seminario di Capua, il liceo nel Seminario di Benevento e la Teologia nel Seminario Campano di Napoli, conseguendo la Licenza in Teologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale. Come riporta la Diocesi in una sua biografia, D’Alise è stato ordinato sacerdote il 23 settembre 1972 e ha svolto il ministero di Vicario Cooperatore nella Parrocchia di S. Alfonso M. dè Liguori in Cancello Scalo, dal 1974 fino al 1990, quando vi è stato nominato Parroco, ministero che ha svolto fino alla nomina episcopale.

Dal 2001 al 2004 è stato Vicario Foraneo della Forania di San Felice – Arienzo. Nel 1984 è stato incaricato di alcuni uffici pastorali della Curia diocesana quali Responsabile della catechesi diocesana, della scuola di religione e della formazione alla catechesi ed ha avviato la Scuola di formazione per i laici, di cui è stato Direttore. Per alcuni anni è stato anche Direttore del Bollettino diocesano. Ha curato l’organizzazione dei 22 Convegni diocesani annuali della diocesi di Acerra e la celebrazione annuale della Giornata per la Vita. Dal 2003 al 2004, la Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno lo ha incaricato della formazione dei propri diaconi permanenti. Il 5 giugno 2004 è stato eletto alla sede vescovile di Ariano Irpino-Lacedonia e ordinato vescovo il 17 luglio dello stesso anno. Il 21 marzo 2014 è stato trasferito alla sede vescovile di Caserta.

D’Alise, in quanto vescovo, aveva “una sua insegna araldica che è riconoscimento della dignità episcopale ma soprattutto è espressione sintetica del progetto pastorale che segnerà la sua missione – si legge sul sito della Diocesi di Caserta -. Su uno scudo bianco (argento, in araldica), simbolo della luce della rivelazione, è effigiata la Croce dorata dalla quale nasce un tralcio di vite di colore naturale; nel quarto d’onore, una stella dorata a otto punte. La simbologia di tale insegna è fornita dal motto: Manete in dilectione mea. Dalla Croce, albero della vita, nascerà la vita vera che si esprime nella comunione tra i fratelli, come gli acini di uno stesso grappolo di un’unica vite, e con Gesù Cristo. A vivificare tale comunione è l’amore materno della Madonna (la stella)”.

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