Aversa (Caserta) – Il capogruppo consiliare del Partito Democratico, Paolo Santulli, ha accettato di rispondere alle nostre domande per fare chiarezza su quella che è la sua posizione dopo le elezioni regionali ed in vista delle prossime scadenze amministrative.
L’esito delle elezioni regionali nel Pd in provincia di Caserta, con Oliviero eletto e Graziano no, non mette a rischio l’amministrazione comunale secondo il sindaco, che ha definito queste le ricostruzioni gossip politico. È d’accordo con le affermazioni del primo cittadino? «Non credo si possano attribuire le tensioni e i dissidi nella maggioranza a delle presunte divisioni interne al Partito Democratico. Come abbiamo già avuto modo di affermare, i dissapori interni alla maggioranza sono nati su specifici atti amministrativi che non abbiamo condiviso e che continuiamo a non condividere. E’ la nostra prerogativa di consiglieri valutare, differenziare, consigliare. Abbiamo avuto modo di rappresentare che non siamo contenti dei risultati della gestione amministrativa; ormai, ad oltre un anno dall’insediamento di questa amministrazione, non ci sono state le risposte che avevamo preventivato. Quello che abbiamo prodotto è sotto gli occhi di tutti i cittadini. Se poi il sindaco, che non è riuscito a fare sintesi con buona parte della sua maggioranza, cerca di giustificarsi facendo cadere la croce sui suoi consiglieri di maggioranza, allora il problema è suo. Oltretutto, vorrei segnalare che non tutti i cosiddetti “dissidenti” sono riferibili al Pd e all’area Zingaretti, rappresentata a Caserta dall’onorevole Oliviero. Alcuni sono civici, altri di diverse formazioni politiche».
Il sindaco ha affermato che sta applicando il programma politico per il quale è stato eletto nel 2019. È un’affermazione che condivide? E se sì o no perché? «Il sindaco parla, dimenticando i problemi veri, a partire dal bilancio, dove “l’operazione verità” sullo stato delle finanze del Comune di Aversa pare sia completamente tramontata. Così come dimentica la verità quando afferma che i consiglieri dissidenti non partecipano attivamente alla vita amministrativa e non danno un concreto contributo alla realizzazione del programma elettorale. Ad esempio, sono stato costretto a restituire la delega per la realizzazione della pista di atletica, così come quella per le celebrazioni dei trent’anni dell’università ad Aversa, per l’impossibilità di portare avanti il lavoro amministrativo. La Commissione Cultura che ho l’onore di presiedere è tra le più operose, esistono i verbali, gli atti per verificare, probabilmente il sindaco è distratto da altri problemi. Come la Commissione Urbanistica, della quale sono componente e che si è riunita numerosissime volte, mi ha visto raramente assente. Anche qui ci sono gli Atti che lo dimostrano, non le chiacchiere. E come me gli altri colleghi presidenti di commissione e commissari, cosiddetti “dissidenti”. Per le questioni che hanno determinato la mia dimissione da delegato alla pista di atletica, sono stato finanche costretto a presentare esposto alla Procura della Repubblica. per non parlare di regolamenti approvati nelle commissioni che non sono mai arrivati in Consiglio comunale, di proposte di controllo e snellimento burocratico che giacciono nei cassetti e non sono neanche prese in considerazione. non facciamo pettegolezzi, parliamo sempre di atti. Ovviamente non ci meravigliamo se non siamo considerati consiglieri di maggioranza di serie a. Dal punto di vista politico ci si rende conto che il sindaco in questo momento deve far cadere la croce sui dissidenti. Diventerebbe, ingiustificabile agli occhi dei cittadini, diversamente, giustificare la sua apertura nei confronti di una parte dei consiglieri di opposizione nel tentativo di riequilibrare i numeri della maggioranza. E’ molto più comodo dire che i consiglieri che lo hanno sostenuto candidandosi con lui sono indegni perché vogliono poltrone assessorili o perché non partecipano alla vita amministrativa; è il gioco delle parti della politica che accompagna la storia del nostro Paese da sempre. Altro che “rinnovamento”. Non abbiamo mai chiesto poltrone assessoriali al sindaco e mai ne chiederemo. E sul resto non mi ripeto».
Infine, il sindaco apre a quei consiglieri comunali di opposizione che a livello regionale hanno appoggiato liste e candidati che hanno sostenuto De Luca o a livello nazionale sono al governo con il Pd, sempre però sui temi e il programma e non (almeno per il momento) sull’eventuale entrata in giunta. Come giudica questa apertura? «Ritorniamo al discorso precedente. Probabilmente pensa ad una maggioranza “variabile” a seconda delle situazioni. Ed è chiaro per ogni trattativa, il sindaco dovrà pagare un prezzo, finché potrà. Ciò dimostrerebbe, contrariamente alle dichiarazioni e dei proclami, che il sindaco stia preparando l’exit strategy per restare a galla finché potrà. Oltre ogni polemica, legata alle risposte che ho dovuto dare, perché ovviamente provocate da certe dichiarazioni del sindaco, io, come sono certo, gli altri colleghi cosiddetti “dissidenti”, con molta responsabilità, guardiamo ai problemi della città e alle risposte che le dobbiamo. Abbiamo vinto le elezioni ed abbiamo il diritto/dovere di amministrare per cinque anni. Naturalmente, però, non smetteremo di rivendicare il nostro diritto di condividere, democraticamente, le scelte».