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Aversa (Caserta) – “Le misure restrittive di De Luca sono letali solo per il commercio”. Protesta, ieri sera, dei commercianti dei settori bar e ristorazione della città di Aversa allo scoccare del coprifuoco imposto in tutta la Campania dall’ordinanza del presidente della Regione, Vincenzo De Luca. In tanti, dalle 23, si sono radunati in piazza Municipio manifestando pacificamente contro le ultime disposizioni di contenimento del contagio da Covid-19.
“Se l’obiettivo è quello di contrastare gli assembramenti, l’unico effetto che si ottiene chiudendo gli esercizi pubblici è di far riversare le persone in strada senza più alcun controllo”, sostengono alcuni commercianti, per i quali occorre fare l’esatto contrario: “Riportare il consumo all’interno degli esercizi, dove si applicano rigorose misure di sicurezza e garantire maggiori controlli sul territorio nei confronti tutti coloro, cittadini ed imprese, che non rispettano le regole”.
“Un provvedimento che danneggia migliaia di attività ristorative, senza però risolvere il problema dell’ aumento dei contagi”. Commenta così il coprifuoco, in Lombardia e in Campania, Lorenzo Ferrari, amministratore delegato di RistoratoreTop, agenzia che rappresenta, con la sua community, oltre diecimila ristoratori in tutta Italia. “Come categoria – prosegue Ferrari – non comprendiamo l’utilità di una misura restrittiva che costringe ristoranti e pizzerie a chiudere la cucina molto prima delle 23 e bar e pub a rinunciare alla fascia oraria più importante per la somministrazione di cibo e bevande, come se di giorno, con lavoratori, studenti, esercenti in circolazione, e con i mezzi pubblici tendenzialmente pieni, il virus non trovasse terreno più fertile. Sembra che si voglia chiudere il recinto quando i buoi sono già scappati. Di notte circolano meno persone e all’interno dei locali la maggioranza dei ristoratori ha finora dimostrato, vestendo anche i panni da ‘gendarme’, di essere in grado di mantenere e far mantenere le misure basilari di sicurezza e non abbiamo evidenze scientifiche del fatto che i contagi aumentino maggiormente in orario notturno piuttosto che diurno”. “Ci saremmo stupiti di meno di fronte ad una chiusura totale delle attività ristorative – conclude Ferrari – sulla falsa riga del lockdown della prima ondata di contagi, con i conseguenti supporti economici”.