Trentola Ducenta (Caserta) – “Ciao Nicola, sei stato il sindaco della gente”. Questo l’inizio dell’omelia, che ha toccato il cuore di tutti, tenuta dal parroco della chiesa madre di San Michele Arcangelo, don Marcello Cassandra, ai funerali di Nicola Pagano, già sindaco di Trentola Ducenta dal 2007 al 2010, scomparso improvvisamente per un infarto nella giornata di venerdì 23 ottobre.
La notizia dell’improvvisa è giunta nell’aula consiliare del Palazzo Marchesale mentre si celebrava la seduta di insediamento del nuovo Consiglio Comunale, immediatamente sospesa per qualche minuto al fine di rivolgere un forte abbraccio virtuale alla famiglia Pagano, in particolare alla moglie Rosa Costanzo, al figlio Gennaro Pagano, medico, trattenuto a Bologna e impossibilitato a rientrare nella città casertano per via delle misure restrittive anti-Covid che lo hanno costretto a seguire il rito funebre in video. Una folla composta e commossa ha voluto dare ancora una volta il suo riconoscente grazie a Nicola Pagano, l’amico di tutti, sempre disponibile, dai modi gentili, che ascoltava tutti, con particolare attenzione per chi viveva nella sofferenza e nel bisogno. Amava ripetere: “Da buoni cristiani dobbiamo stare vicini a chi, con le proprie sofferenze, aiuta il nostro buon Dio, a sopportare i dolori delle stimmate. Per queste persone vorrei poter fare tanto e di più”.
Alla soglia degli anni 2000, Pagano costituì, autotassandosi, l’associazione “Il Sorriso”, un comitato di mamme di bimbi diversamente abili. Per loro si era speso tantissimo. Pagano aveva anche una forte passione per lo sport, non solo per il valore formativo nella crescita fisica e morale ma soprattutto per allontanare i giovani dai facili “paradisi” del momento, con le ovvie ripercussioni negative. “Sport per tutti”, era il suo motto. Pagano aveva la capacità di parlare con efficacia ai ragazzi, al mondo della scuola nell’ambito del quale si ricordano le innumerevoli iniziative che portano il suo nome. Per lui il futuro sono i giovani, che le famiglie affidano alle istituzioni, le quali hanno il compito di preparali non solo culturalmente ma formarli per un futuro migliore per tutti. E spesso restava colpito felicemente dalla ricettività dei valori da parte dei ragazzi. Pagano amava lo scambio di opinioni, per poi sviluppare riflessioni e soluzioni. Era antropologicamente immune da qualsivoglia vanità. Oggi ha lasciato a tutti la tristezza della grande perdita e un’eredità della quale nessuno può vantarsi di poterne fare a meno: il valore e la bellezza dell’ascolto e della condivisione dei valori e non dei successi. di Franco Musto