A Castel Volturno (Caserta) i militari Guardia di Finanza di Mondragone hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura sammaritana, con il quale è stata disposta l’applicazione della misura cautelare reale verso uno dei più importanti campi da golf del sud Italia (situato all’interno di un noto resort della zona) insistente su un’area demaniale di circa 300mila metri quadrati abusivamente gestita da una nota società per azioni partenopea attiva nel settore alberghiero. – continua sotto –
Secondo quanto emerso dalle indagini svolte dai finanzieri, dal 1 gennaio 2016, la società avrebbe indebitamente sfruttato l’area demaniale marittima per i propri scopi imprenditoriali, in assenza di un valido titolo concessorio, omettendone altresì il versamento del relativo canone dal 2011. Infatti, la concessione originariamente conferita dall’Ente gestore risultava scaduta già dalla fine del dicembre 2015 e mai espressamente rinnovata o prorogata dal Comune di Castel Volturno, risultando al caso di specie non applicabili le norme afferenti alle proroghe ex lege disposte da vari interventi normativi succedutisi nel tempo, anche in relazione ad un evidente contrasto rispetto ai princìpi del diritto europeo vigenti in materia (come del resto ritenuto anche dal Comune di Castel Volturno che ha espressamente ritenuto non valida la concessione de qua) e, in modo particolare, rispetto a principi di libertà di stabilimento, di non discriminazione e di tutela della concorrenza riconosciuti ad applicati da tutti i Paesi dell’Unione Europea. – continua sotto –
Pertanto, sulla base del quadro indiziario fornito dagli inquirenti, quest’Ufficio ha ritenuto sussistente l’occupazione abusiva dell’area demaniale da parte della Società e richiesto l’adozione del provvedimento cautelare del sequestro preventivo. Un tale intervento è stato reso necessario al fine di impedire la prosecuzione del reato previsto dall’articolo 1161 del Codice della Navigazione e, conseguentemente, l’indebito sfruttamento economico del bene pubblico in danno della sana concorrenzialità del mercato.