Aversa, plasma iperimmune: 70 unità già prodotte all’ospedale “Moscati”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Una realtà che funziona al di là delle difficoltà che possono insorgere nell’ambito di un’emergenza sanitaria. I medici, i biologi e gli altri addetti al centro trasfusionale “Giorgio Lubrano” dell’ospedale “Moscati” di Aversa vogliono illustrare le attività che stanno facendo in questi mesi particolari per la sanità e snocciolano i numeri: 53mila persone raggiunte grazie ai social dai quali sono scaturiti più di 100 contatti quotidiani per richiesta di informazioni. Contatti che hanno permesso di selezionare poco meno di 300 donatori idonei alla donazione e circa 70 unità di plasma già prodotte ed inattivate. – continua sotto –

In soli dieci giorni il progetto “Tsunami” operato dal Servizio Trasfusionale dell’ospedale aversano ha prodotto questi risultati, a prescindere dai telefoni per i contatti più o meno funzionali, “anche se – affermano i medici del centro Lubrano – dietro ogni telefonata abbiamo visto una richiesta di aiuto ed abbiamo agito di conseguenza”. Per gli addetti si tratta del “frutto di un duro lavoro del personale, che, nonostante il complicato periodo che stiamo vivendo, ha contribuito in maniera decisiva al raggiungimento di questi risultati”. – continua sotto –

Un protocollo all’avanguardia questo del progetto “Tsunami”, diretto da Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) e Iss (Istituto Superiore di Sanità) e avviato a seguito di autorizzazione del comitato etico di Napoli Nord e dalla successiva delibera aziendale a partire da giugno scorso. “La partecipazione a tale protocollo – spiegano i sanitari aversani – ha fatto sì che il nostro Servizio Trasfusionale aderisse a dei rigidissimi requisiti di inclusione ed esclusione sia del donatore convalescente sia del ricevente”. Obiettivo è la cura del Covid attraverso il plasma iperimmune che si sta dimostrando una terapia efficace per sconfiggere il virus. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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