La protesta contro la realizzazione del biodigestore nella zona industriale Asi “Aversa Nord”, sul territorio di Gricignano (Caserta), approda nel Consiglio Comunale di Marcianise. Alessandro Tartaglione, dai banchi dell’opposizione, ha invocato un’azione coordinata di tutti i comuni situati nei dintorni dell’area in cui dovrebbe sorgere l’impianto della “Ambyenta Campania”. – continua sotto –
Ecco l’intervento di Tartaglione in Assise: «Sono tantissimi anni, ormai, che siamo costretti a difenderci dall’atteggiamento predatorio da parte di soggetti economici che, da tempo, hanno individuato il nostro territorio come un “limone da spremere”. Voglio ricordare un episodio. Verso la fine degli anni ‘80, precisamente tra maggio e giugno del 1988, si paventò la possibilità di trasferire sul nostro territorio molte concerie della Campania. La sinistra di Marcianise riuscì attraverso una sensibilizzazione della opinione pubblica a scongiurare questa ipotesi (ecco il volantino ciclostilato dell’allora Pci di Marcianise datato 17 maggio 1988: clicca qui). Allora come adesso fu necessario un’analisi approfondita dell’argomento (furono coinvolte anche le scuole) e una certosina informazione da parte della politica verso la cittadinanza. – continua sotto –
Negli anni abbiamo dovuto difenderci dai termovalorizzatori, dagli impianti di tritovagliatura dei rifiuti urbani, da un gassificatore ed altre strutture produttive di trattamento di rifiuti vari. Marcianise ha sempre vinto e vincerà anche questa volta se sapremo trovare le giuste sinergie politiche, istituzionali, imprenditoriali ed associative, in un’alleanza con la cittadinanza tutta. La maggior parte di queste iniziative sono private e questo la dice lunga sul fatto che i decisori politici hanno rinunciato ad un compito precipuo e fondamentale: la programmazione. Ogni volta ci ritroviamo a difenderci quando dovremmo decidere una buona volta di aggredire i problemi prima che questi ci arrivino addosso. In particolare è da imputare alla Regione Campania la mancanza di una vera strategia di localizzazione di un’impiantistica che risolva il gravoso problema della chiusura del ciclo industriale dei rifiuti, conciliando questo con la doverosa necessità di salvaguardare la salute dei cittadini. Tralascio l’aspetto tecnico della vicenda del digestore anaerobico anche perché non sono un esperto. – continua sotto –
Provo a fare, invece, alcune puntualizzazioni di carattere politico che possono servire alla nostra discussione: 1) L’area dove dovrebbe sorgere l’impianto si trova a 250 metri dal territorio di Marcianise, precisamente di fronte all’ubicazione dell’impianto di Depurazione Acque di Marcianise in località Carbone (pensate che in quel luogo sorgeva una riserva di caccia dove amava praticare l’arte venatoria Ferdinando IV di Borbone) ed è separato dai Regi Lagni e dalla Linea Tav. Quindi siamo ad un tiro di schioppo dalla città e a pochissimi chilometri dal centro abitato di Marcianise. 2) La società Ambyenta Campania Spa ha dichiarato, nel progetto presentato alla Regione Campania, di essere già in possesso del terreno di 40mila metri quadrati, essendo stato eseguito un atto notarile. La domanda è, come mai questa società ha già acquistato il terreno prima ancora di vedersi approvato il progetto? L’area si trova all’interno della zona industriale Asi Aversa Nord nel comune di Gricignano di Aversa. A tal proposito bisognerebbe comprendere il consorzio Asi che ruolo ha avuto finora in questa vicenda e soprattutto se ha intenzione di seguire la decisione dei 4 Comuni interessati che hanno giù espresso il loro “No” alla costruzione dell’impianto. Un consorzio Asi che, insieme a Confindustria Caserta, dovrebbe opporsi con forza a questo insediamento non fosse altre perché comprometterebbe definitivamente la mission dell’area industriale casertana che negli anni si è trasformata da polo produttivo di eccellenza a ricettore di impianti di trattamento di rifiuti e di depurazione di vario genere vista la presenza, nella stessa area di due Stir (Caivano e Santa Maria Capua Vetere), i due Depuratori (Marcianise e Orta di Atella), un termovalorizzatore (quello di Acerra) e numerose aziende private che si occupano esclusivamente di trattamenti di rifiuti anche speciali. – continua sotto –
3) L’iter autorizzativo di questo mega impianto arriva nel bel mezzo di una emergenza sanitaria che ovviamente limita la capacità da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste di organizzarsi per contrastare questa sciagurata eventualità. 4) Il contesto territoriale è quello della cosiddetta Terra dei Fuochi, già pesantemente martoriato dalla presenza di discariche abusive e roghi tossici. Un territorio, il nostro, deturpato anche dalla presenza di infrastrutture di ogni genere (Tav, assi viari, ponti) che hanno pesantemente compromesso il paesaggio tipico della nostra aerea, vari impianti di trattamento di rifiuti (come ho poc’anzi ricordato), ed aziende chimiche che hanno un grande impatto ambientale. Una situazione, la nostra, che dovrebbe far pensare e progettare un alleggerimento e non la proposta di nuove strutture ecologicamente impattanti. 5) Da non sottovalutare, ancora, l’impatto ambientale (ma anche in termini di odori molesti), di cui il progetto pare sprovvisto, che deriverebbe dalle decine di camion di media e grande dimensione che trasporteranno le tonnellate di umido presso il Digestore. Alcuni amici nostri esperti ci dicono che almeno una 40ina di mezzi al giorno potrebbero arrivare quotidianamente in ore diurne e notturne. – continua sotto –
6) Il Comune di Marcianise produce circa 6mila tonnellate all’anno di Forsu (frazione organica rifiuti solidi urbani), per cui si potrebbe pensare ad impianti di piccole dimensioni (max 10mila tonnellate all’anno che servirebbero anche i comuni vicini come Capodrise e Recale). L’impianto previsto, di 110mila tonnellate all’anno, è, infatti, di gigantesche dimensioni ed è destinato a trattare il Forsu di un territorio di circa 2 milioni di abitanti (tutta la provincia di Caserta ed il Comune di Napoli per fare un esempio). 7) La soluzione al problema dei rifiuti organici sono le compostiere private, di prossimità, di quartiere o di comunità grazie alle quali i cittadini possono conferire i propri rifiuti umidi in appositi sistemi di compostaggio, con varie ripercussioni positive sull’ambiente (meno impianti industriali, meno trasporti di rifiuti e meno costi di smaltimento) con la possibilità di ottenere fertilizzante a costo zero per l’agricoltura e per eventuali progetti di orti sociali. La strategia da abbracciare è quella cosiddetta dei “rifiuti zero” che prevede l’economia circolare basata sulla riduzione, il riutilizzo e solo alla fine il riciclaggio dei rifiuti. – continua sotto –
8) C’è bisogno che gli uffici tecnici e quelli legali dei 4 Comuni (Gricignano, Marcianise, Teverola e Carinaro), insieme agli altri Comuni viciniori come Orta di Atella, Succivo, Casaluce, Cesa e altri) si coordino al fine di porre in essere una proficua sinergia di contrasto. 9) Chiediamo a questa amministrazione comunale di presentare, sin da subito, una “road map”, un percorso con idee chiare e scadenze certe, al fine di affrontare questo tipo di problematiche a partire dall’adozione concreta del Progetto “Rifiuti Zero”. In questo modo potremmo evitare di dovercene occupare “in emergenza” come stiamo facendo oggi. Noi di “Terra di Idee” siamo pronti a fare la nostra parte in questa battaglia e a mettere a disposizione le nostre idee e le nostre competenze».