Restano chiuse le scuole in Campania. Lo ha deciso il Tar che ha respinto le richieste di sospensione dell’ordinanza n.89 con la quale il presidente della Regione De Luca, lo scorso 5 novembre, ha confermato la chiusura di tutte le scuole (primarie, secondarie e dell’infanzia) già disposta fino al 14 novembre e l’attivazione della didattica a distanza, per prevenire la diffusione del contagio da Covid 19.
I genitori anti-Dad, mobilitati in queste settimane anche con numerose proteste e campagne, perdono così la seconda battaglia legale contro il governatore De Luca. Stavolta tra i motivi della richiesta di sospensione dell’ordinanza regionale avanzata dai ricorrenti c’era anche la presunta conflittualità con l’ultimo Dpcm, che prevede la didattica in presenza fino alla prima media anche nelle regioni classificate a più alto rischio contagio, quelle rosse.
Ma il Tar ha tenuto in considerazione che “l’intervenuta emanazione del Dpcm 4 novembre 2020 non esclude la persistente possibilità, per le Autorità sanitarie regionali e locali, di adottare misure più restrittive in presenza di situazioni sopravvenute (ovvero non considerate nel detto Dpcm), o da specificità locali, giustificative del potere di ordinanza contingibile e urgente, in generale previsto dall’articolo 32 della Legge 833/1978, e, comunque, dall’articolo 3 del decreto legge 25 marzo 2020, numero 19 e successive modificazioni” e ha considerato che le ordinanze regionali “trovano fondamento nella aggiornata istruttoria circa l’andamento del contagio su scala regionale e sono, non irragionevolmente, motivate sul rilievo della persistente emergenza sanitaria, sul verificato ‘effetto moltiplicatore dei contagi connessi a positività nelle fasce in età scolare’ e sul prevedibile ‘impatto sul Sistema sanitario regionale’, tenuto conto della peculiare densità abitativa del territorio regionale e del deficit di personale sanitario in servizio attivo”.