Mondragone (Caserta) – “La realizzazione dei lavori dinanzi il Palazzo Ducale di Mondragone procedeva nel palese accordo fra chi avrebbe dovuto dare le giuste indicazioni alla ditta che, a sua volta, avrebbe dovuto eseguire così come richiesto, fino a quando un pino secolare, divenuto ormai un simbolo per la comunità mondragonese, cadeva proprio perché durante l’esecuzione dei lavori non si adottavano le opportune misure di sicurezza per far sì che lo stesso rimanesse sempre allo stesso posto”. Così Antonio Pagliaro, consigliere comunale di opposizione. – continua sotto –
“In palese contrasto con qualsiasi regola amministrativa e tecnica – continua l’esponente del centrodestra mondragonese – si permetteva ad una ditta di tagliare sia il pino grande che un altro più piccolo caduto accanto, in quanto quest’ultimo non aveva sopportato l’impatto della caduta del pino secolare. Tutto quanto stava avvenendo senza che fossero state accertate responsabilità riguardo a chi, come e perché fosse accaduto ciò. Soltanto grazie alla caparbietà ed alla determinazione di qualche residente in zona, poi, si riusciva a bloccare l’azione scellerata che l’assessore al ‘ramo’ stava consentendo di compiere senza un pizzico di responsabilità. Dopo qualche giorno, imperterriti, sceglievano di affidare alla stessa ditta il taglio, per la modica cifra di 4.200 euro, delle due piante che loro stessi avevano fatto cadere e, nel recuperarle, inspiegabilmente scompariva anche un terzo albero che nulla aveva avuto a che fare con la caduta proprio perché ancora vivo e vegeto, proprio come le altre tre datate piante che, seppur rimaste ancora innanzi il Palazzo, ora presentano radici per oltre 50 centimetri, fuori terra, tanto da immaginare che si stia aspettando che facciano il loro corso per vederle ‘accidentalmente’ cadere”. – continua sotto –
“Anche perché la ditta esecutrice dei lavori, per la rimozione del pino – sottolinea Pagliaro – è stata anche ‘premiata’, ovvero ha ottenuto dal Comune il risarcimento del danno che il pino ha causato rompendo la baracca in ferro posizionata sotto lo stesso, riconoscendole la sempre modica cifra di 4mila euro. E, se nei prossimi giorni, dovessero decidere di riconoscere alla ditta il risarcimento del danno della baracca contenente un bagno da cantiere, non chimico ma neanche mai collegato alla fogna, non ci meraviglieremo più, perché chi ci sta amministrando è veramente capace di tutto”. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA