Aversa (Caserta) – 40 anni fa. Il ricordo è sbiadito, a testimoniarlo solo l’assenza del campanile della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, quella dove viene ospitata l’icona della Madonna di Casaluce quando è ad Aversa. Il terremoto del 23 novembre 1980. Cinque vittime: don Pasquale Ciani, la mamma Caterina Acquaviva, il papà Michele Ciani, la sorella Antonietta Ciani e Maria Pezone che morirono investiti dal crollo di quel campanile e del tetto della chiesa dei santi San Filippo e Giacomo le cui macerie raggiunsero la canonica. Uniche vittime del terremoto nella provincia di Caserta. – continua sotto –
Oltre alla parrocchia, in quei lunghissimi novanta secondi, tanto durò il sisma, furono seriamente danneggiate la chiesa di Sant’Antonio al Seggio, la chiesa di Sant’Audeno, a tutti nota come la chiesa della Trinità e la Cattedrale di San Paolo. La sede vescovile era vacante per l’improvvisa morte di monsignor Cece e la Diocesi era in attesa della nomina del nuovo Pastore. A spezzare l’attesa fu proprio il sisma di quella notte che anticipò l’arrivo di monsignor Giovanni Gazza. Il 21 dicembre fece ingresso nella città e per l’occasione riaprì la Cattedrale con le navate puntellate. Notevoli danni riportò anche l’ospedale civile, che allora era ancora ospitato nella ex Real Casa Santa dell’Annunziata, al cui interno furono chiusi vari reparti per l’inagibilità della struttura. E fu proprio il sisma di trent’anni fa che diede l’input per velocizzare la costruzione della una nuova sede, più idonea ad ospitare un ospedale, già in corso da numerosi anni. – continua sotto –
Tanti furono anche i danni riportati dalle abitazioni civili e di conseguenza numerosi furono gli sfollati che furono alloggiati in numerosi container sistemati all’interno dell’ex campo profughi, l’attuale Parco Pozzi. Per l’ex istituto San Lorenzo, già destinato alla soppressione poiché tra i cosiddetti Enti “inutili”, venne anticipata la chiusura in quanto si doveva verificare la staticità dell’intero complesso abbaziale. Tutto il personale impiegato, così come mobili e suppellettili, vennero trasferiti al Comune. – continua sotto –
Aversa ottenne grande attenzione mediatica per essere la città più lontana dall’epicentro del terremoto in cui si registrarono vittime e, di diritto, entrò nella lista dei comuni terremotati. Tale riconoscimento comportò notevoli benefici, dal punto di vista fiscale, per la comunità normanna che era “orfana” del sindaco Augusto Bisceglia a cui successe facenti funzioni, Michele Serra, entrambi appartenenti alla Democrazia Cristiana. Nella foto, in alto da sinistra: Michele Ciani e Caterina Acquaviva, in basso don Pasquale Ciani e Antonietta Ciani, a lato Maria Pezone