Aversa, infermieri del Moscati chiedono rinforzi: “Siamo allo stremo, i contagi aumentano tra il personale”

di Redazione

Aversa (Caserta) – Va in onda la protesta all’ospedale «San Giuseppe Moscati» di Aversa, dove la carenza di personale e scelte discutibili stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza della struttura in questo momento particolare per la sanità campana. Nella mattinata di ieri, come annunciato in precedenza, un gruppo di alcune decine di infermieri, soprattutto del reparto di pronto soccorso, ed altro personale hanno dato vita ad un flash mob esponendo cartelloni tra i quali spiccava uno che riportava una frase significativa: «Non vogliamo essere eroi».

La manifestazione, pacifica, è stata organizzata dalle rappresentanze sindacali di Cgil-Fp, Uil Fol, Fials e Nursing Up. Obiettivo è, in particolare, sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità sanitarie, che hanno potere decisionale in merito, sulle difficoltà in cui stanno operando i dipendenti dell’ospedale in grave carenza di organico. Difficoltà che, inevitabilmente, si ripercuotono sui cittadini che si recano al Pronto Soccorso e nell’intera struttura che rischia di rimanere paralizzata anche a causa dell’accorpamento di alcuni reparti. «Questo tentativo di accorpare due reparti ha portato, a causa della pandemia, paradossalmente – ha dichiarato un infermiere – ad avere meno personale a causa dei contagi. In questo ospedale vi sono già un centinaio di contagiati tra infermieri e medici». Con il Covid la situazione già grave del pronto soccorso aversano, secondo solo al Cardarelli, è divenuta insostenibile anche perché essendo alcuni ospedali limitrofi convertiti in ospedale Covid, come, ad esempio quello di Frattamaggiore, i pazienti ordinari arrivano qui».

Un altro problema riguarda i dispositivi di protezione individuale presenti al pronto soccorso, ma non altrove, tipo la radiologia dove, sempre secondo le testimonianze dei manifestanti, sono rimasti contagiati quattro addetti. «Hanno montato una tensostruttura – afferma un altro infermiere del pronto soccorso – da una settimana, ma è lì senza poter funzionare perché manca il personale che già non c’era e continua a non esserci per il Moscati». La denuncia più grave giunge sempre da questo addetto che afferma: «Di fatto, il pronto soccorso dell’ospedale di Aversa non esiste più. Se qualcuno arriva con una frattura, con un infarto o altro potremmo non riuscire ad accoglierlo perché i posti sono occupati da pazienti positivi al Covid che non possiamo certamente rimandare a casa, ma che non sappiamo nemmeno dove mandare considerata la situazione dei posti letto a livello provinciale.

La situazione è grave, noi non possiamo fare più nulla. La qualità delle cure è zero ma non per colpa nostra». «Abbiamo avuto – continua – tanto tempo per organizzare la difesa da questa seconda ondata, ma non è stato fatto nulla, Ora arriva la tensostruttura, ma senza personale. Un annuncio a vuoto». Terribile la testimonianza di una infermiera: «Tutti i giorni abbiamo già due o tre decessi. Siamo stremati. Proprio ieri un signore in codice rosso mi ha chiesto non una prestazione sanitaria, ma semplicemente di dargli la mano. Ero io sola con sette pazienti. Non siamo tutelati, non abbiamo un percorso di entrata ed uscita e non vi sono bagni né per noi né per i pazienti. Siamo indignati e avviliti». Alla fine una stoccata al governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca: «Quando venne ad inaugurare il nuovo pronto soccorso – afferma un altro infermiere – disse che non aveva nulla da invidiare ad un ospedale svedese. Credo, invece, che il nostro pronto soccorso sia peggiore di quello dell’ospedale di Kinshasa, la capitale del Congo, uno dei paesi più poveri del mondo».

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