Aversa (Caserta) – Il Teatro Metropolitan sostituito da un ipermercato. Questo il rischio concreto per la storica sala cinematografica e teatrale aversana sulle cui tavole è passato il gotha del teatro aversano, da Albertazzi ai Giuffrè, a Luisa Conte a Bramieri a Peppe Barra oltre alla compagnia dei De Filippo, senza contare i cantanti, dallo storico Claudio Villa a Paolo Conte passando per Renato Carosone e Gino Paoli.
Nei giorni scorsi si è saputo di una compravendita milionaria (secondo alcuni sfumata, secondo altri in pieno svolgimento con tanto di preliminare già sottoscritto) tra i proprietari dei locali (gli eredi di Cristofaro Coppola) e una cordata di imprenditori legati al settore della grande distribuzione alimentare che avrebbe voluto impiantarci un ipermercato. Ovviamente, ci sarebbe da verificare la conformità al Siad del comune di Aversa. Quale che sarà l’esito della trattativa in corso, gli indugi sono oramai rotti e presto potrebbe accadere che gli attuali gestori del cine teatro Metropolitan (gli eredi dello storico impresario Renato Virgilio, proprietari del Teatro Cimarosa) possano essere costretti a lasciare un’attività iniziata negli anni settanta, quando successore al precedente gestore. I Coppola non confermano la loro disponibilità a vendere, affermano che si stanno guardando intorno per capire come recuperare un immobile come quello sottolineando che stanno cercando di agire d’accordo con i gestori. In pratica, si attende solo quella che avrebbero definito un’offerta congrua. Inutile dire che problemi particolari di gestione non ve ne sono.
La sala, nonostante l’invasione delle multisala nate in quest’ultimo decennio, continua (salvo pandemia) ad offrire film in prima visione al primo giorno di uscita sul territorio nazionale, come da sempre, inoltre ci sono gli appuntamenti teatrali e i saggi delle diverse scuole aversane con i quali si riesce ad assicurare una gestione più o meno senza preoccupazioni. Com’era ovvio, la notizia ha provocato in città un dibattito sentito, dettato soprattutto dai ricordi e dalla nostalgia delle decine di migliaia di Aversani. Sono tanti, tantissimi quelli che vorrebbero un intervento da parte dell’amministrazione comunale. Tra questi Giuseppe Lettieri, giornalista, direttore artistico di diversi eventi culturali: «La perdita del Metropolitan, se la vendita andasse a buon fine, sarebbe molto grave per la città, che per aver dato i natali a grandi musicisti come Jommelli e Cimarosa, ambisce ad esser città della Musica. Infatti resterebbe il solo teatro Cimarosa, che per quanto sia un gioiellino, vista la poca ampiezza degli spazi del palcoscenico e del minor numero di posti a sedere, non può ospitare grandi produzioni né orchestre sinfoniche». «Forse – ha continuato Lettieri – l’Amministrazione Comunale potrebbe ancora intervenire, certo non con fondi comunali, ma attraverso altri percorsi come i fondi europei o regionali, all’acquisto dello stesso, magari affidandolo in gestione come hanno fatto in tantissime altre città italiane. Se il Metropolitan venisse trasformato in una galleria commerciale o altro, Aversa perderebbe il suo unico e vero grande auditorium. Perderebbe uno spazio culturale fondamentale a cui sono legati i ricordi di intere generazioni, non solo di aversani, con quelle tavole di palcoscenico che sono state calcate dai più grandi artisti italiani, e anche stranieri, degli ultimi sessant’anni che saranno mandate al macero».
Ad oggi, il comune di Aversa ha già spazi per occasioni tipo convegni e piccoli concerti, e, in verità, non riesce a gestirli, al di là del particolare momento storico legato alla pandemia da coronavirus: l’auditorium dedicato a Vincenzo Caianiello, ministro della giustizia e presidente della Corte Costituzionale, all’interno della più ampia struttura che fu l’ex mattatoio comunale e la casa natale di Domenico Cimarosa, dove solo un salone all’ultimo piano consente di tenere qualche concerto pubblico, ma l’utilizzo è quasi vicino allo zero.