Teverola (Caserta) – Da maggio dello scorso anno, da quando era diventato sindaco di Teverola, Tommaso Barbato non metteva più piede in ospedale. Lui, infermiere in quella che è una trincea, il pronto soccorso del “Moscati” di Aversa, si stava dedicando solo all’attività di primo cittadino. Ma in questi giorni ha maturato la scelta di esercitare la propria professione, chiedendo di andare nelle abitazioni di chi soffre.
«Sto ricevendo – ha dichiarato Barbato – tante richieste di aiuto dai miei concittadini. Mi sento con le mani legate e, per questo, la mia coscienza mi ha imposto di comunicare, questa mattina, al direttore sanitario del distretto numero 18, il dottor Luigi Caterino, la disponibilità, in qualità di infermiere in congedo per mandato sindacale, a prestare assistenza sanitaria ai miei concittadini, in maniera gratuita, risultati positivi al Tfn per Covid-19». «Il tempo di sbrigare qualche adempimento burocratico – ha continuato il sindaco teverolese – e si scende in campo. In prima linea. Al fianco di chi ha bisogno. La verità, disincantata e pura, è e sarà sempre la stessa: le mani che aiutano sono più sacre delle bocche che pregano. Forza cittadini, sono con voi».
Una scelta che Barbato ha preso con la contrarietà dei familiari che hanno paura. Infatti, il sindaco al direttore Caterino ha chiesto non di tornare al pronto soccorso del Moscati, ma di essere inviato nelle abitazioni di chi ha necessità sanitarie, non solo teverolesi ovviamente. «La mia professione, al di là dell’aspetto economico, – ha concluso Barbato – mi piace. Si tratta di una professione che fai soprattutto perché ti piace quello che fai. A fronte dei problemi in cui si dibatte l’Asl per carenza di personale, ho chiesto di fornirmi dei mezzi di protezione individuale e sono pronto ad andare dove sarà necessario».