“Abbiamo cominciato ieri a lavorare sull’organizzazione dei vaccini, ci arriveranno circa 340mila dosi per il primo blocco, è un vaccino a doppio richiamo quindi vaccineremo tra un mese e mezzo circa 170mila persone tra operatori sanitari e nelle Rsa”. A confermarlo è Antonio Postiglione, coordinatore del settore medico dell’Unità di Crisi regionale della Campania per il Covid-19. “Entro oggi – spiega Postiglione – chiuderemo il primo piano organizzativo che prevederà la creazione di hub vaccinali di cui valutiamo ora le sedi, con i frigoriferi che invieranno, ma anche delle unità che si muovano per la somministrazione. Il vaccino quando lo togli dal frigo va consumato entro sei ore quindi le unità, una sorta di Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) del vaccino, si muoveranno rapidamente avendo già gli obiettivi per la somministrazione”. – continua sotto –
Postiglione conferma anche che, secondo le proiezioni dell’Unità di crisi, la curva del contagio potrebbe calare a partire dalla prossima settimana. “Qualche piccolo dato di conforto lo registriamo, ci aspettiamo un miglioramento nella prossima settimana sulla curva dei contagi, ricordandoci che al momento la zona rossa è almeno fino al 30 novembre – prosegue Postiglione – in Campania l’andamento dell’rt sta migliorando, ma tutte le valutazioni sono demandate alla cabina di regia nazionale con l’Istituto Superiore di Sanità e il Comitato Tecnico Scientifico. L’evoluzione della curva va valutata giorno per giorno e con le misure in campo speriamo di toccarne gli effetti favorevoli”. – continua sotto –
L’Unità di Crisi riporta anche un miglioramento nella pressione ospedaliera: “La curva epidemica – spiega Postiglione – si è modificata, i pazienti a bassa intensità li stiamo curando a casa perché la medicina territoriale sta lavorando un po’ meglio, e migliora anche la capacità di turn over degli ospedali che hanno perfezionato le terapie. Ora ci stiamo concentrando quindi sui pazienti a media e alta intensità”. Un settore su cui l’Unità di Crisi sta lavorando anche nel rapporto con le cliniche private e gli ospedali religiosi già coinvolti nella lotta al covid19. “In prima istanza – spiega – ci hanno consentito di alleggerire le strutture ospedaliere per pazienti di bassa intensità. L’idea ora è di dire ai privati di sospendere una parte dei letti a bassa intensità di cura e verificare la possibilità di contribuire con posti a media intensità. Rimoduliamo l’accordo con chi è in grado di sostenere cure più impegnative perché ha medici e attrezzature adeguate. Di certo non manderemo pazienti allo sbaraglio, diciamo che siamo a un secondo step di indagine presso i privati e gli ospedali religiosi, con una richiesta che stiamo per far partire”.