Napoli, blitz al Rione Traiano: arrestati boss Petrone e figlio

di Redazione

Napoli – Nuovo arresto per il boss Francesco Petrone, alias “’o Nano”, ritenuto il capoclan del Rione Traiano di Napoli, che lo scorso giugno era stato scarcerato e assegnato ai domiciliari per motivi di salute. All’uomo, 44 anni, figlio del boss Salvatore Puccinelli, alias “Straccetta”, stamani è stata notificata una nuova ordinanza di custodia cautelare con l’accusa di associazione mafiosa. Insieme a lui sono stati arrestati il figlio Salvatore, 27 anni: il fratellastro del boss, Ciro Puccinelli, 31: Francesco Puccinelli, 37, Giuseppe Lazzaro, 34, e Salvatore Basile, 29, questi ultimi due ritenuti parte di un gruppo scissionista entrato in contrasto con il clan Puccinelli-Petrone. Per il “Nano”, considerate le condizioni di salute, sono stati nuovamente disposti i domiciliari, tutti gli altri sono finiti in carcere. – continua sotto – 

Il blitz è scattato nella mattinata del 3 dicembre tra le province di Napoli, Benevento e Terni, in esecuzione dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, al termine delle indagini con cui sono stati ricostruiti il sistema spaccio e i collegamenti del clan Puccinelli con il clan Licciardi, famiglia aderente allo storico cartello della criminalità organizzata denominato Alleanza di Secondigliano, contrapposta al clan Mazzarella. – continua sotto – 

Il quadro emerso dalle indagini ha evidenziato la coesistenza non armata sul territorio del Rione Traiano di due clan, che si spartiscono i proventi delle fiorenti piazze di spaccio di sostanze stupefacenti esistenti: il clan Puccinelli, egemone nella “parte alta” ed il clan Cutolo, radicato nella zona della “44”, nella “parte bassa” del Rione Traiano. Raccolti dagli investigatori gravi indizi sulle dinamiche criminali che, nel tempo, hanno regolato le condotte del clan camorristico dei Puccinelli con l’attribuzione di specifici ruoli agli affiliati, nonché le modalità di gestione della “cassa comune” per l’acquisito di armi e mezzi di trasporto necessari alle attività illecite del clan (estorsioni, approvvigionamento e gestione delle piazze di spaccio nei quartieri urbani di Soccavo e Fuorigrotta) e per il mantenimento dei familiari degli affiliati detenuti attraverso il pagamento delle retribuzioni. – continua sotto – 

Francesco Petrone era stato arrestato il 31 gennaio 2017, il giorno del maxi blitz al Rione Traiano, quando i carabinieri eseguirono decine di misure cautelari. Lo scorso 24 aprile fu colpito da una ischemia cerebrale e ricoverato nel Cardarelli in gravi condizioni; il 23 giugno gli furono concessi i domiciliari e venne trasferito in un centro di riabilitazione di Fuorigrotta, per poi tornare a casa il 18 settembre. Poi era tornato in carcere, ma ne era uscito di nuovo il 6 novembre. IN ALTO IL VIDEO

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