Aversa (Caserta) – Nell’ultima seduta del Consiglio comunale dell’anno si è consumato il più indegno ribaltone della storia politica aversana. Con il voto favorevole di consiglieri eletti con il centrodestra, si è costituita una nuova e indecorosa maggioranza, esattamente opposta a quella che avevano scelto gli elettori. Ancora una volta l’istinto avido e famelico a mantenere la poltrona ha mostrato il vero volto di una politica stracciona e parassitaria, pronta a contendersi il piatto con 33 denari. Dopo pochi giorni, quella politica, ha dunque ingoiato senza dignità e vergogna il proprio voto sfavorevole al sindaco Golia e lo ha trasformato, dopo una breve e pingue digestione, in favorevole, consegnandolo digerito e pronto nelle sue mani, e così consegnandosi a lui e a chi per lui. Patetiche e risibili le balbettanti e false motivazioni espresse dai ribaltonisti, esibitasi al mercato delle menzogne nel vano tentativo di giustificare l’inverecondo voltafaccia ed i loro percorsi politici peripatetici. – continua sotto –
Il responsabile di questa indegna rappresentazione è l’ex sfiduciato sindaco Alfonso Golia. Il suo assessore Zoccola sarebbe stato il consigliere “fraudolento” dello scellerato patto con il suo concittadino mondragonese, il consigliere regionale Giovanni Zannini, assurto a foraggiatore politico dei ribaltonisti e di fatto diventato dominus delle sorti consiliari aversane e puparo dello stesso Golia. Tra non molto sarà portata a termine la “gravidanza” di questa neo inseminazione politica che darà alla luce una nuova giunta in cui ciascuno sarà ripagato per quello che ha dato: cuique suum! Anche se qualcuno ha già avuto e con il voto favorevole a Golia ha avallato la propria fidelizzazione. Che pena profonda! Povera Aversa! Non può sfuggire a nessuno che di questa squallida operazione Golia ne esce come la vittima di sé stesso e della sua caricatura mediatica che si è costruita nella campagna elettorale. Allora gli riuscì il tentativo di apparire il puro, l’eletto, il “nuovo”, capace di strisciare nel fango senza sporcarsi la tonaca. – continua sotto –
Le strade risuonano ancora delle sue urlate ed ossessive promesse che non avrebbe mai e poi mai accettato inciuci, maggioranze diverse e che mai e poi mai avrebbe fatto alleanze spurie e dato spazio politico e decisorio a consiglieri non della sua coalizione. Il suo unico referente gridava fino a far tremare la sua stessa barba, sarebbe stato il popolo. Ebbene, nel breve spazio di un mattino, ha ingessato e immiserito la città, è stato sfiduciato proprio da gran parte dei suoi compagni di partito e ha fatto salire sulla zattera approntata da Zoccola, fino ad affollarla, tutti i vecchi esponenti del centrodestra sino ad allora da lui rumorosamente “spernacchiati”. Golia, prendendo spudoratamente per i fondelli il “suo” invocato “popolo”, ha così mostrato il suo vero volto, la sua insignificante caratura e la sua assoluta inaffidabilità: ha oscillato, tra l’altro, tra due brutti vizi: il giacobinismo ed il trasformismo ovvero tra gli integralisti e gli opportunisti. I primi producono ottusa intolleranza e ossessiva demonizzazione, i secondi interessati compromessi e squallidi camaleontismi. E così facendo ha aperto le porte ad una politica delle prebende, codarda ed accattona. – continua sotto –
Insomma, si è mostrato come un vero protagonista del peggiore déjà vu, del banale e di un incattivito vaniloquio della disperazione. Chissà se non sia fondata la voce del “marciapiedi” che, tra le altre, attribuisce la vera ragione di questa indecorosa trasformazione al sacro timore di Golia di fare ritorno al suo bancone di farmacista. Certo è, alla fine, che la città si è resa ben conto che questo Consiglio comunale senza identità e senza futuro sarà ormai guidato non per molto da un farmacista consegnatosi ai social e, purtroppo, preso drammaticamente sul serio.