Aversa (Caserta) – “Non lo so, non è stato facile nemmeno per me, forse mi ha aiutato la dote di saper ascoltare e di farmi ascoltare”. Inizia con queste parole una chiacchierata con Domenico Ciaramella, l’ultimo sindaco che ad Aversa è riuscito a portare a termine una, anzi due, consiliature. I suoi successori sono stati mandati a casa anzitempo: il compianto Peppe Sagliocco, Enrico de Cristofaro e, forse, Alfonso Golia, anche se per quest’ultimo si è registrata la riapertura al dialogo dei “dissidenti” della maggioranza in vista della seconda votazione sugli equilibri di bilancio (leggi qui). – continua sotto –
“Io – continua Ciaramella – avevo i partiti con i quali discutere, i miei successori hanno 24 partiti. Una volta eletto sindaco non posso permettermi il lusso di mettere sei, sette persone in giunta a mio piacimento, non posso trascurare i consiglieri. Noi facevamo riunioni a ripetizione. Abbiamo approvato il piano regolatore e quello del recupero del centro storico e per farlo mi sono anche dimesso, ritirando, poi, le dimissioni nei 20 giorni)”. “E’ anche vero che oggi saranno cambiati anche i consiglieri, il modo di far politica”, ha continuato Ciaramella, ricordando che “è difficile mantenere gli equilibri. Ci vuole molta pazienza. Ovviamente, se ci sono stati ricatti, bene ha fatto Golia a dimettersi”. Ritornando alla sua esperienza, ha, poi, dichiarato: “All’inizio, quando vedevo che non erano contenti di come mi comportavo, mi sono chiesto: ma non sapevano come la pensavo, credevano che avrei fatto ogni cosa mi chiedessero?”. – continua sotto –
Subito dopo passa all’attualità e fa una considerazione probabilmente non peregrina: “Voglio essere cattivo. Tutte e tre le amministrazioni avevano all’orizzonte l’approvazione del Puc e questo ha stimolato, probabilmente, pruriti di qualcuno. Ho amato questo ragazzo, la sua trasparenza, ma andare avanti da solo, senza concertazione non è possibile. Sette consiglieri di maggioranza contro rappresentano un fenomeno che andrebbe studiato bene per capire cosa non fare”. “Tanto per fare un esempio, – dice ancora Ciaramella – quando hanno mandato a casa Sagliocco stava portando a termine cose importanti, de Cristofaro, nonostante il suo caratteraccio, lo stesso e credo anche Golia fosse alla vigilia di decisioni importanti. Ovviamente ci si mette anche il carattere. Io sembro uno calmo, ma anch’io ho un carattere duro, sono stato professore e amico di studenti che poi ho bocciato. Per fare il sindaco bisogna essere bravi e tutti lo sono, ma ci vuole pazienza, tanta pazienza. Non ci dimentichiamo che mi sono dimesso due volte. L’ho fatto, come ho detto, per vedere approvato il piano regolatore. Probabilmente sono stato anche fortunato. Ricordo l’ultimo anno del secondo mandato, tirato da ogni dove. Ogni mattina uscivo di casa con la lettera di dimissioni in tasca. Ho lasciato perdere volutamente alcuni progetti come la Texas e i Pip e credo, con il senno di poi, di aver fatto bene. Diciamo che Mimmo Ciaramella è stato un uomo fortunato”. – continua sotto –
Passato, presente, poi un occhio al futuro: “Gli scenari futuri: come sarà la prossima campagna elettorale? Il centrodestra già da oggi conta cinque o sei aspiranti candidati alla carica di primo cittadino. Il centro sinistra spaccato presenterà almeno due o tre candidati. Davanti a questo più che probabile scenario bisogna avere il coraggio di fermarsi e ragionare”.