Si è conclusa la 33esima edizione degli European Film Award (Efa), meglio noti come Oscar del Cinema Europeo. La cerimonia di consegna, tenutasi a Berlino in formato virtuale, ha celebrato la Settima Arte scandinava grazie all’incontrastato trionfo del danese “Un altro giro” di Thomas Vinterberg, che ha portato a casa i premi per il film, la regia, la sceneggiatura e l’attore Mads Mikkelsen, davvero convincente nei panni di un professore frustrato nella quotidianità alla ricerca di emozioni a forte tasso alcolico. – continua sotto –
L’Italia, che nutriva grandi speranze nell’agguantare qualche trofeo nelle categorie principali con i candidati Pietro Marcello (regia e sceneggiatura), Luca Marinelli ed Elio Germano (interpreti) e, soprattutto, con il lungometraggio “Martin Eden” dello stesso Marcello, è rimasta a guardare, anche se indicazioni incoraggianti per il futuro dell’italico talento giungono per la produzione tricolore dalla capitale teutonica. Infatti, l’alloro per la rivelazione dell’anno (intitolato al compianto e autorevole cineasta tedesco Rainer Werner Fassbinder) è andato a “Sole” di Carlo Sironi, opera realistica e toccante su gioventù allo sbaraglio, diretta con ottimo mestiere dal figlio d’arte, che ha, giustamente, dedicato il riconoscimento al padre Alberto. La festa dell’emergente cinema nostrano è stata, poi, completata dal dramma familiare, a tratti surreale, di Stefano Cipani “Mio fratello rincorre i dinosauri”, destinatario dell’ambito premio del pubblico giovane. – continua sotto –
I restanti Efa sono stati attribuiti alla Francia, miglior commedia “Un triomphe” di Emmanuel Courcol, alla Romania, miglior documentario “Colectiv” di Alexander Nanau, alla coproduzione franco-belga “Josep” di Aurel, miglior film d’animazione, alla Svizzera, con ben due riconoscimenti al cortometraggio (“Nachts sind alle Katzen grau” di Lasse Linder) e alla produzione universitaria (“Saudi Runaway” di Susanne Regina Meures), e alla Germania, migliore attrice Paula Beer, che con la sua magistrale performance in “Undine” di Christian Petzold aveva già meritato un Orso d’Argento al Festival di Berlino e che, sempre in patria, completa il percorso della definitiva consacrazione a star del Vecchio Continente.