Camorra e disastro ambientale tra Napoli e Caserta: condannati i fratelli Vassallo

di Redazione

Tre condanne e quattro assoluzioni, mentre per altri 12 imputati è intervenuta la prescrizione. A stabilirlo la sesta sezione penale del Tribunale di Napoli nei confronti di 18 imputati accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e disastro ambientale per smaltimento illecito di rifiuti. Tra questi i fratelli Gaetano Vassallo (nella foto), 62 anni, imprenditore di Cesa (Caserta), proprietario di un’impresa per lo smaltimento dei rifiuti che per oltre vent’anni ha gestito l’affare degli sversamenti abusivi sotto la protezione del clan dei casalesi. Diventato collaboratore di giustizia nel 2008, nel 2010 è stato condannato per traffico di rifiuti e associazione camorristica. – continua sotto – 

6 anni di reclusione a testa inflitti ai fratelli Antonio, Nicola e Salvatore Vassallo per disastro ambientale con l’aggravante mafiosa ed un risarcimento danni di 50mila euro ciascuno per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’Ambiente, Regione Campania e Comune di Giugliano. Disposta anche la confisca dei beni sottoposti a sequestro con decreto del 2008. Assolti, invece, gli altri fratelli Raffaele, Cesario, Carmela ed Amedeo Vassallo per non aver commesso il fatto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. – continua sotto – 

Prescrizione per Andrea Giuseppe Rosario Bovier (ex funzionario del commissariato di governo per l’emergenza dei rifiuti), Crescenzo Compagnone, Massimo Alfredo ed Eugenio Di Leva. Prescritta anche Elena Rao, suocera di uno dei fratelli Vassallo, dall’accusa di trasferimento di alcuni immobili dell’imprenditore alla società amministrata dalla donna per la quale non c’era stata richiesta di condanna. Prescrizione e derubricazione del reato da disastro colposo a disastro semplice con esclusione dell’aggravante mafiosa per gli imputati Gaetano Cerci, Bernardo Cirillo, Elio Roma, Dario De Simone, Rolando Vassallo, Renato Vassallo, Maurizio Avallone ed Antonio Marotta. – continua sotto – 

Il pm Alessandro Milita aveva chiesto oltre un secolo e mezzo di condanne per 17 dei 18 imputati. i fatti risalgono alla seconda metà degli anni ottanta fino al 2006, quasi vent’anni di storia, nascita di società commerciali riconducibili al clan dei Casalesi per coprire la gestione dei rifiuti industriali provenienti da tutta Italia tra le province di Napoli e Caserta, in particolare tra Giugliano e Parete.

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