Undici persone, tra cui alcuni funzionari pubblici, sono state arrestate e sottoposte ai domiciliari dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Matera. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata nei confronti dello Stato, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, favoreggiamento personale, emissione di fatture per operazioni inesistenti. – continua sotto –
L’operazione “La Terra” ha visto impegnati cento militari delle Fiamme gialle tra le province di Potenza, Matera, Taranto, Caserta, Roma, Milano e Torino. Effettuati anche sequestri per un valore totale di 8,2 milioni di euro. Le indagini hanno riguardato “un’organizzazione criminale dedita a truffe ai danni dell’Ismea” (l’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) attraverso “l’acquisto di terreni agricoli in regime di finanziamento agevolato erogato dall’Unione europea e destinato all’inserimento di giovani imprenditori in agricoltura”. In totale sono 22 le persone indagate. – continua sotto –
Tra gli arrestati il funzionario dell’Ismea, Giuseppe Fierro, e un impiegato della Regione Basilicata, Saverio Nuzzolese. Come spiegato in conferenza stampa dal procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, gli inquirenti hanno accertato sei truffe ai danni dell’Ismea, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro. Oltre a Fierro e Nuzzolese, avrebbero fatto parte dell’associazione per delinquere, secondo l’accusa, anche un avvocato di Matera, Antonio Albanese, un imprenditore agricolo di Montescaglioso (Matera), Vito Contangelo, e due tecnici agronomi, Michele Carlucci e Antonio Margiore. Le altre cinque persone ai domiciliari sono: Antonietta Rucireta, Piefrancesco Contangelo, Rocco Contangelo, Filomena Contangelo e Vincenzo Lanzone. – continua sotto –
Gli indagati, come riferiscono gli investigatori, sembra avessero messo in piedi un “meccanismo consolidato”. Attraverso il funzionario dell’Ismea, sarebbero stati acquisiti in provincia di Matera (tra Bernalda, Montescaglioso e Pisticci) dei terreni normalmente “privi di appetibilità commerciale” e poi sopravvalutati, “pur restando nella disponibilità diretta o indiretta dei venditori mediante l’intestazione fittizia” a persone che avevano “solo formalmente” i requisiti per ottenere i fondi e utilizzate come “teste di legno” o a società fittizie create ad hoc. IN ALTO IL VIDEO