Nella mattinata di venerdì 15 gennaio i carabinieri della compagnia di Vercelli hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari personali. Tra i destinatari del provvedimenti figurano il sindaco del Comune di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, e il consigliere comunale, all’epoca dei fatti assessore dello stesso Comune, Giorgio Carando, entrambi sottoposti agli arresti domiciliari. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Maurizio Bosco, consigliere comunale, già vicesindaco; G.S., 62enne, ex dipendente comunale; e D.M., 49enne. Indagati, inoltre, altri sette cittadini, tra i quali due imprenditori edili. – continua sotto –
Le accuse riguardano ipotesi di peculato, falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale. Le indagini sono nate a seguito di dichiarazioni rilasciate ai Carabinieri da una impiegata del Comune di San Germano Vercellese, la quale segnalava la sua estromissione – di fatto operata da parte del sindaco Rosetta e dall’allora assessore Carando – dalla gestione delle pratiche relative alle assegnazioni delle derrate alimentari acquistate dal Comune di San Germano Vercellese con i fondi Covid, ovvero gli aiuti alimentari per quei cittadini del Comune che si trovavano in difficoltà economiche in relazione alla pandemia. – continua sotto –
In particolare, si fa riferimento all’individuazione della platea dei legittimi beneficiari, ed alla distribuzione dei beni, che è stata attuata consegnandoli di volta in volta in maniera non omogenea, per tipologia e quantitativi, oppure nei confronti di beneficiari carenti dei relativi requisiti, al punto da consegnare gli aiuti anche a nuclei familiari con redditi oltre i mila euro mensili. Al contempo sono stati estromessi dagli aiuti anziani non autosufficienti con redditi modestissimi e stranieri in situazione di evidente difficoltà, con figli minori e disabili. – continua sotto –
Sono gli stessi pubblici ufficiali arrestati che, nel corso di una intercettazione, commentano il proprio operato ammettendo di fare “figli e figliastri” e di consegnare, ai soggetti a loro meno graditi, il “pacco da sfigati”, ovvero di minor valore per tipologia e quantità dei beni contenuti. Particolarmente significativa la vicenda di una cittadina extracomunitaria in gravi difficoltà economiche, alla cui richiesta di evitare l’invio di alimenti che lei ed i suoi figli non avrebbero consumato per motivi religiosi, ha fatto seguito, su disposizione del Sindaco, la mancata erogazione di ulteriori aiuti e la distruzione dagli atti del protocollo della richiesta recapitata in Comune dalla donna. Anche in ragione delle intercettazioni ambientali all’interno dei locali comunali nel corso delle quali il sindaco esterna animosamente il proprio disappunto per le richieste della donna, si contesta a carico del primo cittadino l’aggravante della finalità di discriminazione ed odio razziale. – continua sotto –
Accanto alla distribuzione fortemente iniqua delle derrate alimentari, in violazione dei principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza della Pubblica Amministrazione, è stato accertato ed è contestato l’acquisto, da parte del Comune con fondi pubblici, di generi alimentari non essenziali, come nel caso di taluni prodotti surgelati, quali mazzancolle tropicali e capesante. Per il solo consigliere Carando sono anche stati accertati numerosi episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti sia mediante monitoraggio satellitare della sua autovettura, in cui questi, avvalendosi delle proprie funzioni, ha avuto accesso al magazzino in cui erano custodite le derrate, asportando una parte consistente di prodotti di cui si è impossessato a vantaggio proprio o dei propri familiari. – continua sotto –
Oltre a tali vicende sono emerse dalle indagini ulteriori irregolarità sull’approvvigionamento di 2mila mascherine protettive, acquistate dal Comune presso una ditta campana che risulta legata, per motivi professionali, allo stesso Carando, nonostante l’esistenza di un altro più economico preventivo fornito da diversa azienda operante nello specifico settore. – continua sotto –
Le investigazioni hanno riguardato anche le note vicende connesse all’abbattimento della ex chiesa del Loreto, sottoposta a vincolo da parte della Soprintendenza, demolita il giorno 3 febbraio 2020 su disposizione del primo cittadino, alla presenza degli allora vicesindaco Bosco e dell’assessore Carando. All’epoca venne indicata come una scelta necessaria, adottata nell’emergenza scaturita dal crollo di una porzione della facciata principale dello stabile, avvenuto nel corso della messa in sicurezza da parte della ditta incaricata dallo stesso Comune. Dall’esito degli accertamenti espletati risulta invece che tale iniziale crollo è stato appositamente procurato, in accordo con la ditta incaricata, proprio allo scopo di giustificare la conseguente immediata demolizione dello stabile, così da arrecare un grave danno alla Soprintendenza. IN ALTO IL VIDEO