Quattro persone misure interdittive, che coinvolgono tre amministratori della “Ilsap Srl” e il direttore dello stabilimento produttivo della società, operante nel campo del biodiesel, ritenuti responsabili di reati in materia ambientale, sono state eseguite stamani nell’ambito dell’inchiesta “Waste Water” che ha fatto luce sull’inquinamento nel golfo di Sant’Eufemia. Per Roberto Martena, 58 anni, di Roma; Giovanni De Ninno, 61 anni, di Ferrandina (Matera), Leonardo Angelastri, 37 anni, di Bari; Maurizio Martena, 55 anni, di Roma, l’interdizione dell’esercizio di attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti. – continua sotto –
In azione i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Catanzaro e gli uomini della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, coordinati dal procuratore di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal sostituto procuratore Marica Brucci, che hanno operato in diverse regioni del territorio nazionale (Lazio, Basilicata, Puglia e Calabria) per eseguire i provvedimenti emessi dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lamezia Terme, Emma Sonni. – continua sotto –
Tra gli indagati anche un amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Napoli nell’ambito di un altro sequestro preventivo nei confronti di Ilsap per falsi e truffa ai danni dello stato. Contemporaneamente, è stato eseguito il sequestro preventivo dello stabilimento produttivo della Ilsap di Lamezia Terme e dei terreni contaminati, per un valore stimato complessivo di circa 150 milioni di euro, nonché di 3 milioni e 300mila euro quale profitto del reato. Attraverso un’articolata indagine interforze, è stato accertato lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali industriali, gli scarti della lavorazione del biodiesel, in uscita dall’impianto di trattamento dello stabilimento Ilsap, risultato completamente inattivo. Le modalità, secondo quanto emerso dalle indagini, prevedevano l’utilizzo di una pompa sommersa e di una pompa mobile, con le quali gli indagati avrebbero convogliato i rifiuti industriali provvisoriamente accantonati nelle vasche, tal quali, sul nudo terreno che circonda lo stabilimento, nella condotta fognaria consortile Deca e nei canaloni che confluiscono a mare, nel Golfo di Sant’Eufemia, in questo agevolati dalla mancanza di una mappatura certa delle condotte fognarie nel Comune di Lamezia Terme. – continua sotto –
Intervenuti prontamente con sequestri preventivi dell’impianto di trattamento, dei terreni contaminati e del canalone per contravvenzioni ambientali, con l’ausilio di un consulente, il professore geologo Giovanni Balestri, è stato dimostrato l’inquinamento delle acque, alla foce del Torrente Turrina, dove si misurava un saggio di tossicità del 90-100%, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, ma anche la contaminazione dei terreni antistanti allo stabilimento industriale intrisi dai reflui industriali, dove si registravano elevate soglie di concentrazione di idrocarburi pesanti, nonché di alluminio, ferro e manganese, infine il nuovo delitto di omessa bonifica. La contaminazione dei terreni sarebbe iniziata nel 2012, mentre l’inquinamento sarebbe in corso almeno da quattro anni. Viene eseguito inoltre anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei profitti conseguiti dagli indagati per sé e a vantaggio e nell’interesse della Ilsap, costituiti dal risparmio di spesa che avrebbero dovuto sostenere per un corretto smaltimento dei rifiuti, quantificato per gli ultimi quattro anni nei 3,3 milioni oggetto di sequestro. – continua sotto –
Durante le fasi dell’indagine era stato tratto in arresto, il 14 febbraio 2020, in flagranza di reato, Giovanni De Ninno, direttore tecnico pro tempore dell’impianto Ilsap di Lamezia, per violazione dei sigilli delle aree poste in sequestro, per aver consentito ulteriori sversamenti di reflui liquidi industriali con conseguenti effetti negativi sull’ecosistema di zona. L’indagine presenta particolare importanza perché ha consentito di individuare almeno una delle concause dell’inquinamento nel golfo di Sant’Eufemia e si inserisce nel più ampio progetto predisposto dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, attraverso l’istituzione di un gruppo investigativo costituito da militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia, dal Comando Carabinieri per la Tutela Ambientale di Catanzaro e della Capitaneria di Porto di Vibo, attraverso il quale si intende fronteggiare l’attuale e pervasivo fenomeno dell’inquinamento ambientale nell’area della piana di Lamezia. – continua sotto –
La Ilsap, circa 7 anni fa, fu anche protagonista di un drammatico fatto di cronaca. Il 12 settembre 2013 si verificò l’esplosione di un silos in manutenzione che causò la morte di tre operai. I proprietari furono indagati per omicidio colposo ma ad oggi non sono giunte sentenze definitive. IN ALTO IL VIDEO