La resa dei conti sui 209 miliardi in arrivo da Bruxelles potrebbe andare in scena nel Consiglio dei ministri di martedì, ma le trattative sono ancora in corso. “Martedì sera vogliamo fare il Consiglio dei ministri per approvare il Recovery plan. Dobbiamo correre”, ha affermato il premier Giuseppe Conte. Quanto alla possibile apertura formale della crisi di governo, il presidente del Consiglio ha invece precisato: “Lavoriamo per costruire, il momento è così difficile che dobbiamo mettercela tutta per offrire risposte ai cittadini”. – continua sotto –
Recovery e poi rimpasto di governo – L’approvazione del Recovery Plan è il prossimo obiettivo dell’esecutivo. Ma questo non spegne le tensioni visto che il rimpasto sembra essere ormai alle porte. Matteo Renzi ribadisce le sue eccezioni nei contenuti, ma abbozza una prima apertura: “Approviamo questo benedetto Recovery”. “Se qualcuno mi dice ‘facciamo veloci’, io dico ‘corri, ma presentate questo Recovery, e usiamolo. O spendiamo bene i soldi o spendeteli senza di noi”, ha detto il leader di Italia Viva. “Tirino fuori questo benedetto documento perché finora sono solo chiacchiere. Quando arriverà lo valuteremo, se non siamo d’accordo diciamo ‘amici come prima, noi le nostre poltrone ve le ridiamo'”, insiste l’ex premier. – continua sotto –
Il Pd: “Ancora questioni aperte” – “L’accordo in generale non lo darei per fatto, ci sono molte questioni aperte – ammette -. Sul Recovery siamo contenti che sia passata la nostra linea, è fondamentale che si metta in sicurezza e che non si intralci il percorso per portarlo in Parlamento, ma ora si torni ai tavoli”, ha detto il vicepresidente del Pd Andrea Orlando. I nodi da sciogliere, in effetti, non mancano e il clima all’interno della maggioranza resta da separati in casa. Renzi assicura di “non volere la testa” di Conte, ma i rapporti tra i due sono al minimo storico. – continua sotto –
Renzi: “Il premier ci sfida in parlamento? Non è lungimirante” – “Io non ho mai chiesto la conta in Aula, il presidente del Consiglio ha detto: ‘ci vedremo in Aula e ci conteremo lì”, insiste il leader di Iv, bollando come “non lungimiranti” le parole del premier. I Dem richiamano tutti alla responsabilità. “Noi non crediamo che si debba e si possa andare fuori da questa maggioranza e crediamo che dentro questa maggioranza il punto di equilibrio sia Conte”, mette in chiaro Orlando. Anche Goffredo Bettini, che nei giorni scorsi ha mediato tra i due litiganti, converge sul premier, ma avverte: è il momento di “stabilire un accordo solenne, vincolante e chiaro circa le priorità di un programma di fine legislatura. Altro che rimpastino”. A dare forza a tutta l’operazione, secondo il consigliere di Nicola Zingaretti, potrebbe essere l’ingresso dei leader al governo. “Un governo più politico è una garanzia per la stabilità dello stesso Conte. A condizione che prevalga un sentimento di lealtà e di solidarietà per una impresa comune”. Trattative e conti, insomma, vanno avanti. Il capogruppo Pd a palazzo Madama, intanto, lancia un avviso ai naviganti: “Senza i senatori di Italia Viva, in Senato – avverte – non c’è maggioranza”.