Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Caserta e i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno dato esecuzione al decreto di confisca nei confronti di Roberto Trombetta, 56enne di Casagiove, già di professione insegnante, ritenuto appartenente a clan “Belforte” (alias “Mazzacane”) attivo nell’area di Marcianise e zone limitrofe. Nei suoi confronti è stata disposta anche la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di 2 anni e 6 mesi, in quanto ritenuto portatore di pericolosità sociale qualificata.
Con il provvedimento, emesso dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, è stata disposta la confisca di un appartamento a Marcianise nonché il sequestro e la contestuale confisca per equivalente fino alla concorrenza della somma di 115.200 euro. L’esecuzione della misura di prevenzione rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di Trombetta, acquisiti con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo. Infatti, l’uomo è stato condannato, con sentenza definitiva inflitta dalla Corte di Appello di Napoli il 27 novembre 2018, alla pena di anni 9 e mesi 4 di reclusione per associazione mafiosa e altro.
Diversi sono stati i collaboratori di giustizia le cui propalazioni sono state convergenti nell’indicare Trombetta come “trade d’union” nella riscossione delle tangenti, tra il clan e gli imprenditori taglieggiati. Le attività investigative svolte hanno, quindi, complessivamente dimostrato come Trombetta abbia tratto vantaggio, negli anni, dalla collusione con il clan Belforte, beneficiando di una cospicua ricchezza da ritenersi all’origine inquinata e, pertanto, sottoponibile a sequestro e confisca di prevenzione.