E’ di Hammed Twir, tunisino di 49 anni, il corpo carbonizzato ritrovato tra i miseri resti bruciati di una baracca nelle campagne tra Lusciano, Parete e Giugliano, a cavallo tra le province di Napoli e Caserta. Il riconoscimento è ufficiale grazie alla testimonianza di due connazionali che occupano una casa diroccata a qualche centinaia di metri da dove viveva la vittima. – continua sotto –
L’identificazione di quel corpo carbonizzato aiuta a ricostruire quella che potrebbe essere stata la dinamica di una vicenda che, al di là della persona coinvolta, si conferma un dramma dell’emarginazione. Hammed, secondo quanto accertato dai carabinieri della stazione di Lusciano, che indagano su direttive del comandante della compagnia di Aversa al comando del capitano Stefano Russo, aveva, infatti, problemi di alcolismo e proprio per questo da qualche tempo non riusciva più ad ottenere un lavoro che gli consentisse di sbarcare il lunario, di sopravvivere. Una situazione che lo aveva portato in una spirale senza uscita: più non trovava lavoro più cercava rifugio nell’alcool, più beveva per disperazione e più non trovava lavoro. Quasi certamente era andato a letto ubriaco anche venerdì sera. – continua sotto –
La temperatura in aperta campagna era prossima allo zero e quelle lamiere non bastavano a proteggerlo da gelo. In preda all’alcol, potrebbe aver acceso un fuoco per riscaldarsi e poi addormentarsi, non accorgendosi di quanto stava avvenendo. Una fine orribile per una persona che era giunta in Italia trent’anni fa, poco meno che ventenne, pensando che nel nostro Paese avrebbe trovato se non la ricchezza, almeno la tranquillità economica. Ma non ce l’ha fatta. La diffidenza verso il diverso, verso lo straniero, ha pesato sulla psiche di Hammed tanto da indurlo a rifugiarsi nell’alcool e a isolarsi. Nemmeno le strutture caritatevoli, che si occupano di assistenza agli indigenti, erano a conoscenza della sua situazione. Lo ha dichiarato anche il responsabile della Caritas diocesana, don Carmine Schiavone, lo hanno affermato anche il vescovo di Aversa Angelo Spinillo e il sindaco di Lusciano, Nicola Esposito, che non ha saputo resistere all’indignazione e, soprattutto, all’incredulità quando ha detto: «Non è possibile che nel 2021 si debba ancora morire in questa maniera». – continua sotto –
Come accade sempre dopo una tragedia, come era accaduto 32 anni fa con quella di Jerry Essan Masslo, l’immigrato sudafricano ucciso nel corso di una rapina con risvolti razziali in un tugurio della famigerata via Gallinelle, a Villa Literno, ci sono stati tani buoni propositi che, questa volta, si spera si traducano in concreto. Per il momento si sa che i due connazionali che vivevano a poca distanza, scoperti da Salvatore Cuoci del Comitato don Peppe Diana, anch’essi al limite dell’umana sopportazione, sono stati presi in carico dalla Caritas e dal Comune di Lusciano, ma il problema dell’integrazione degli immigrati non può essere risolto da una Caritas, per quanto attivissima e meritevole, e da un piccolo comune con tutti i suoi problemi del quotidiano. Ecco perché proprio Cuoci e diversi sindacalisti e volontari, intervenendo sul tragico episodio, hanno sottolineato la necessità che il nuovo governo guidato da Mario Draghi sia risposte concrete e convincenti su un problema nazionale ed umanitario che non si può più far finta di continuare a non vedere. – continua sotto –
Intanto, per quanto riguarda le indagini, così come disposto dal magistrato competente della Procura della Repubblica del tribunale di Napoli Nord, al reparto di medicina legale dell’ospedale di Giugliano sarà effettuata l’autopsia su quel che resta del corpo di Hammed.