Aversa (Caserta) – A oramai un anno e mezzo dalla chiusura del mercato ortofrutticolo di viale Europa, anche alla luce di quanto sta avvenendo a Maddaloni dove si sta avviando una possibile privatizzazione dell’attività, anche ad Aversa c’è chi si interroga sulla possibile strada alternativa alla gestione pubblica della struttura mercantile. Diverse le voci che si sono levate e quasi tutte nel senso di una gestione almeno mista di un’attività che ad Aversa coinvolge, tra diretto e indotto, poco meno di cinquecento nuclei familiari. – continua sotto –
Non esclude la possibilità il sindaco Alfonso Golia che dichiara: «Non ho nessuna preclusione. Le ipotesi sono tutte percorribili se co-progettate, come ho sempre detto, l’amministrazione con le sue parti politiche insieme con le parti sociali, operatori, sindacati e così via. Due sono le certezze alle quali non possiamo prescindere: una è la delocalizzazione, l’altra è che dovrà essere sempre il mercato ortofrutticolo di Aversa». – continua sotto –
Possibilista anche uno degli operatori storici, Maurizio Pollini: «In prima battuta il mercato va aperto tutto e non a metà, dopo un anno e mezzo è un fallimento della politica non aprire la struttura. Siamo stati sempre disponibili a trovare insieme alla politica una soluzione che andasse bene a tutti dalla formula di consorzio a quella di cooperativa. Ho fatto anche proposte in tal senso da mesi ma senza ricevere risposta. Debbono aprire prima il mercato e poi costituire un tavolo permanente per decidere una nuova area di mercato e la realizzazione». – continua sotto –
«Non voglio entrare nel merito dei tempi di riorganizzazione del mercato ortofrutticolo di Aversa, – ha dichiarato da parte sua Massimiliano Santoli, aversano, presidente delle Piccole Imprese di Confindustria – devo stigmatizzare però il danno che si fa agli imprenditori e all’utenza, credo che la prima ineludibile necessità sia riaprire, senza se e senza ma». «Detto questo – ha continuato – mi piacerebbe immaginare, ma andrebbe dettagliato il progetto, una cordata di imprenditori che in qualche modo privatizzi il mercato, in una area diversa, creando una attività privata o pubblico-privata, magari accompagnata da una filiera di trasformazione a logistica corta. Questo non per andare in deroga ai giusti princìpi di igiene e qualità. Ma solo per dare la possibilità a onesti lavoratori di fare in maniera onesta il proprio lavoro». – continua sotto –
L’assessore al ramo Mario De Michele annuncia che: «Con il dirigente Guarino abbiamo valutato l’ipotesi di esternalizzare il servizio di guardiania del mercato ortofrutticolo anche in considerazione dell’esiguo personale a disposizione. Per quanto riguarda un diverso ruolo del Comune, non è al momento stato oggetto di discussione. Ora la priorità è aprire».
Stessa priorità, apertura. La indica anche un altro operatore storico che intende rimanere anonimo: «Per quanto attiene la reale fattibilità di un progetto di privatizzazione è sufficiente guardarsi intorno e prendere atto che in tutta la Campania, ma anche fuori, non esiste alcuna forma di privatizzazione di alcuna struttura commerciale ortofrutticola all’ingrosso per poter capire delle enormi difficoltà a cui si andrebbe incontro con la realizzazione di un tale progetto nel nostro martoriato contesto socio economico, tale da fare gola solo alla malavita organizzata. Al di là di quelli che sono i costi stratosferici di simili iniziative, bisogna sicuramente tenere presente anche le enormi difficoltà gestionali a cui si andrebbe incontro con una realtà privatizzata, tenuto presente che con il “pubblico” non ci si riesce appieno, figurarsi con il “privato”. Chi controlla chi? Non ci sono alternative».