Aversa (Caserta) – Cosa è che ad Aversa non va? Cosa questa amministrazione arcobaleno ha ereditato e cosa si è fatto scoppiare in mano? Di cosa non si è accorta nonostante siano oramai trascorsi quasi due anni dal suo insediamento? In cima alla lista non può non esserci la chiusura prolungata del mercato ortofrutticolo. Se è vero che le colpe della chiusura vengono da lontano è anche vero che siamo, oramai, a 16 mesi di chiusura senza che questa amministrazione sia riuscita a concludere i lavori prescritti. Un mix letale di sciatteria e superficialità. E’ di questi giorni l’avvio dell’iter per la realizzazione dell’illuminazione interna, ma è ormai chiaro che se e quando sarà riaperta, la struttura andrà ad ospitare solo una metà di quanti ne ospitava in precedenza. – continua sotto –
C’è, poi, il silenzio imbarazzante della gara per le strisce blu con la Publiparking che potrebbe chiedere un risarcimento miliardario solo perché l’amministrazione non ha avuto il coraggio di annullare in autotutela quella gara dal capitolato assurdo, del tutto inconferente con le reali necessità di Aversa in questo settore. In primo luogo l’esiguo numero di abbonamenti previsti per residenti sprovvisti di garage e pendolari. Altra nota dolente è rappresentata dalle strade cittadine ridotte a tratturi per la transumanza delle pecore con buche che, oramai, non possono più essere tollerate. Mai, a memoria d’uomo, c’è stata una situazione simile per quanto riguarda lo stato delle arterie cittadine. Una situazione che porterà anche altre sentenze di risarcimento per i danni provocati a cose e persone, mentre a poco o nulla serviranno le buche tappate alla buona e meglio in questi ultimi giorni. – continua sotto –
Ancora in tema di lavori pubblici, sarebbe interessante capire quando finiranno i lavori di quella “Fabbrica di San Pietro” in cui si è trasformata Piazza Don Diana e del convento di San Francesco. Tutto è fermo da mesi e, almeno dall’esterno, quei poveri mortali dei cittadini non riescono a comprenderne i motivi. Si parla di uno stop dettato dalla Soprintendenza con la ripresa dei lavori che dovrebbe avvenire in questi giorni. Ancora, l’ex caserma dei Vigili del Fuoco in vicolo San Domenico, acquisita dalla precedente amministrazione grazie alla cessione da parte della Provincia, ma l’amministrazione attuale sembra ancora non capire cosa fare di quello spazio in pieno centro storico. L’amministrazione comunale precedente si è fatta, giustamente, restituire l’ex carcere mandamentale di via Saporito dall’università che non era riuscita per anni ad utilizzarla come casa dello studente, ma la nuova amministrazione lo sa? Ha deciso cosa vuole farci? Situazione gemella per quella che fu la Regia Scuola Media e, successivamente, la Scuola Media “Alessandro Manzoni”, questa ancora in carico all’Adisurc. In entrambi i casi sono stati spesi tanti soldi pubblici con il rischio attuale (da parte dell’ex Adisu occorre dirlo) che questi immobili possano anche crollare. Sarebbe interessante sapere se in questi lunghi mesi qualcuno dell’Amministrazione Golia abbia pensato per un attimo a questa situazione? – continua sotto –
Stesso discorso per il parcheggio di via Tristano ubicato sopra il supermercato h24: di proprietà del Comune di Aversa, non è stato mai preso in considerazione nonostante la carenza di parcheggi in quella zona della città dove spesso si parcheggia in doppia fila. Il servizio Bike Sharing aveva già visto il fallimento di due amministrazioni ed ora la terza ci metterà la pietra tombale, mentre non si riesce a fornire le biciclette nemmeno ai dipendenti comunali come da mozione di Alfonso Oliva votata all’unanimità. – continua sotto –
Per non parlare di Casa Cimarosa, che corre il rischio di diventare diroccata considerato che, dopo un assurdo convegno sull’obesità, si è trasformata in casa chiusa, anche se il sindaco, a seguito delle segnalazioni, vi si è recato e afferma che la puzza di muffa non si sente. Meno male, anche se abbiamo saputo che il custode è stato da qualche mese trasferito presso la biblioteca. Stessa solfa, infine, per gli standard urbanistici, recintati e rivendicati dal Comune, ma, poi, completamente abbandonati nello sforzo, invano, di redigere un disciplinare, un regolamento che, a questo punto, non si capisce da dove dovrà scendere.