Recovery Fund, oltre 5 milioni per restauro sei chiese casertane

di Nicola Rosselli

Una pioggia di 5 milioni e 200mila euro del Recovery Fund per 6 chiese casertane. A darne notizia la prefettura di Caserta con una nota in cui si rende noto che «A seguito dell’approvazione del piano nazionale dei fondi del Recovery Fund, sono stati assegnati agli edifici di culto di proprietà del Ministero dell’Interno risorse pari a 95 milioni e 715.925 euro. Da questi fondi sono stati assegnati alla provincia di Caserta complessivamente 5,2 milioni euro che saranno utilizzati per 6 interventi di restauro conservativo». Gli immobili sacri interessati sono la Chiesa Santa Maria Regina Coeli di Sessa Aurunca (1,2 milioni); la Chiesa San Pietro ad Montes di Caserta (800mila euro), la Chiesa di San Biagio di Aversa (1,225 milioni), il Complesso Monumentale Sant’Antonio al Seggio di Aversa (un milione), la Chiesa SS. Salvatore di Piedimonte Matese (975mila euro), la Chiesa di San Domenico di Aversa (450mila euro).

La nota della Prefettura evidenzia anche «la fattiva collaborazione della locale Soprintendenza che in stretta sinergia con questa Prefettura, in particolare con il servizio di gestione del fondo, ed in tempi rapidi, ha permesso la realizzazione degli schemi dettagliati, da presentare per il finanziamento, nell’ambito del piano d’interventi per la conservazione del patrimonio del Fec di questa provincia sin dall’anno 2019».

CHIESA DI SAN DOMENICO DI AVERSA – Fondata da Carlo I d’Angiò nel 1278 su di un’altra antichissima, Sant’Antonino (poco dopo il re vi fondava anche il convento), e completata da suo figlio Carlo II. Dopo 40 anni di chiusura a causa del sisma del 23 novembre del 1980, è stata riaperta nel 201 grazie all’iniziativa di un comunicato, ma necessita ancora di interventi così come l’annesso convento che è stato anche Palazzo di Città.

LA CHIESA DI SAN BIAGIO DI AVERSA – Risale alla fondazione della città normanna, 1030, probabilmente addirittura preesistente insieme all’Abazia doi San Lorenzo ad Septimum ubicata fuori le mura della città. Fa parte del complesso monastico benedettino che attualmente ospita ancora alcune suore di clausura ed è aperta al culto.

COMPLESSO MONUMENTALE SANT’ANTONIO AL SEGGIO DI AVERSA – Il monastero è francescano. La Chiesa annessa, chiusa da tre anni come il convento, è un bellissimo esempio di architettura barocca ed è la prima chiesa dedicata al Santo di Padova. Nel convento vivevano alcuni monaci costretti a traslocare a causa di pericoli di staticità. In città c’è molto fermento per il lungo periodo di chiusura.

CHIESA SANTA MARIA REGINA COELI DI SESSA AURUNCA – Realizzata nel 1539 nella parte nord della città, conosciuta anche come la Chiesa dei Cappuccini per la sua vicinanza alla omonima porta. E’ chiusa al culto da decenni e l’intervento in programma ha come obiettivo la riapertura.

CHIESA SAN PIETRO AD MONTES DI CASERTA – Alle pendici del Monte Virgo presso la frazione casertana Piedimonte di Casolla, verso Casertavecchia, è un piccolo gioiello nascosto Il primo nucleo della basilica probabilmente risale alla metà dell‘XI secolo, in pieno Medioevo.

CHIESA SS. SALVATORE DI PIEDIMONTE MATESE – Risale all’anno 770 quando il duca di Benevento Arechi II, in territorio alifano, donò il terreno e i fondi per la costruzione di una chiesa dedicata al SS.mo Salvatore con annesso monastero femminile. La chiesa così come la si conosce ora fu costruita nel 1568 e faceva parte di un convento femminile. Infatti, la sua realizzazione fu voluta proprio dalla badessa Caterina Casta Paterno, vedova del barone De Porcellis. Lo splendido stile barocco che la contraddistingue è opera del celebre architetto bergamasco Cosimo Fonzago.

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