Taglia orecchie al cane, 44enne casertano condannato a quattro mesi

di Redazione

Un 44enne di Caserta è stato condannato dal Tribunale di Roma a quattro mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali per aver fatto tagliare le orecchie al proprio cane, un American Staffordshire, per motivi “estetici”. La denuncia delle guardie zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Roma, come si legge in una nota, è partita a seguito di controlli effettuati durante una manifestazione canina nel 2016 nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca), condotta dagli agenti dell’Oipa, in prima linea in tutta Italia nel contrastare queste pratiche crudeli e illegali. All’Amstaff, spiega la nota, erano stati tagliati i padiglioni auricolari. Per poter far ammettere il cane alla manifestazione era stato esibito un certificato veterinario che giustificava la mutilazione per motivi di salute dell’animale. – continua sotto – 

“La nostra indagine di polizia giudiziaria, condotta con la collaborazione carabinieri del Nas di Salerno, ha accertato che il certificato veterinario esibito era falso. – ha spiegato Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia – I molti controlli delle nostra guardie zoofile a livello nazionale hanno portato a oltre settanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari. Questa è soltanto l’ennesima condanna ottenuta, siamo certi che ne arriveranno molte altre”. – continua sotto – 

Quella del taglio della coda e delle orecchie dei cani di alcune razze a fini estetici, oltre che dolorosa per l’animale, è una pratica illegale. Le mutilazioni per fini estetici sono vietate dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010, continua la nota. Le mutilazioni di coda (caudotomia) e orecchie (conchectomia) configurano il reato di maltrattamento punito dal codice penale, che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro. “Le federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati e gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti – aggiunge Claudio Locuratolo – Sono già fissate molte altre udienze per rinvii a giudizio a seguito delle indagini e denunce dell’Oipa, a Roma e in altre città. Auspichiamo che la prevenzione e la repressione pongano fine a questa pratica incivile e fuorilegge”.

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