Mentre i presidenti dei Consigli Comunali dei comuni della Terra dei Fuochi decidono, grazie all’iniziativa dell’aversano Carmine Palmiero, una data comune del civico consesso dove poter porre all’ordine del giorno l’allarmante studio frutto della cooperazione tra la Procura di Napoli Nord e l’Istituto Superiore di Sanità, le strade di confine, soprattutto quelle di confine e interpoderali, continuano a essere teatro di continui abbandoni di rifiuti. – continua sotto –
Da qui la necessità di mettere in atto azioni concrete che cerchino di arginare fattivamente un fenomeno che varia nella sua genesi. Infatti, in questi ultimi mesi, a preoccupare non sono più i rifiuti industriali inviati al Sud da imprenditori senza scrupoli, ma una miriade di abbandoni di rifiuti domestici. L’impressione diffusa è che sia calata la sensibilità dei cittadini verso il tema. Sono sempre più quelli che abbandonano in strada rifiuti domestici e ingombranti che potrebbero smaltire attraverso la differenziata e le isole ecologiche presenti in tutti comuni dell’agro aversano. Quali le iniziative concrete contro questo stillicidio? – continua sotto –
Per Enzo Guida, primo cittadino di Cesa, «qualsiasi azione è utile. Oggi quello che sembra essere venuta meno è la sensibilità dei cittadini che trovano più conveniente buttare in strada i rifiuti. Siamo di fronte ad un abbassamento del livello di responsabilità». «Resta il tema – continua Guida – delle proposte concrete: non ho vigili per l’ordinaria amministrazione, figuriamoci altro. Quello che è da proporre è il controllo del territorio da parte di forze dell’ordine dotate di qualifica di polizia giudiziaria. In questo senso l’Esercito è inutile. Necessita un cambio di passo. Avere le telecamere e non avere gli uomini per controllarle, è questa la situazione oggi». – continua sotto –
«Oggi, – afferma, da parte sua, il sindaco di Sant’Arpino, Giuseppe dell’Aversana – l’unico strumento sono le telecamere con telecontrollo e coinvolgimento dei droni. Il problema, effettivamente, è di quelli che lanciano la busta dal finestrino dell’auto mentre accompagnano i figli a scuola, nelle campagne abbiamo tanti pneumatici e amianto i cui smaltimento costa». – continua sotto –
Una sensazione confermata da Vincenzo Santagata, sindaco di Gricignano, che afferma: «Il grosso di quanto viene riversato abusivamente è costituito da rifiuti domestici e da ingombranti. Per prima cosa bisogna creare sinergia tra i comandi di polizia locale. Noi abbiamo solo tre vigili, ma con un accordo e un protocollo si possono dividere i compiti aumentando l’efficienza. L’Esercito? Basta un dato: due pattuglie su trenta comuni. La seconda opzione è quella di implementare telecamere; noi stiamo iniziando, ma serve personale ad hoc che non abbiamo». – continua sotto –
Abbastanza avanti Casal di Principe con Renato Natale: «Abbiamo l’assessore Mirella Letizia che esce ogni giorno per evitare che vi siano accumuli di rifiuti che ci costringerebbero a fare gare e a sperperare risorse. Insomma, un’attenzione sistematica al territorio. Un controllo più preciso proposto con i droni dell’esercito (anche noi ne abbiamo uno). C’è, poi, la sensibilità dei cittadini. Le microdiscariche da noi ci sono state quando il servizio non funzionava. Quindi, importante la qualità del servizio offerto. Inoltre, l’atteggiamento dei cittadini è legato al fattore economico, tipo disfarsi di eternit che ha dei costi o ingombranti che deve portare solo a singhiozzo alle isole ecologiche per cui si sceglie di abbandonare tutto in campagna. Stesso discorso per gli pneumatici. In estate, poi, nelle campagne bruciano i residui delle lavorazioni agricole e dentro ci finiscono anche materiali plastici, il classico fuoco nero di fine estate». – continua sotto –
Stesso discorso quello di Nicola Affinito, sindaco di Carinaro: «I cittadini qui hanno una raccolta che funziona, anche se assistiamo a una minore sensibilità delle nuove generazioni. Siamo partiti con 21 telecamere di sorveglianza, più sei vecchie riparate e altre 12 ricevute grazie alla Prefettura. 40 telecamere rappresentano un assurdo per un paese piccolo come il nostro, questa abitudine è un cancro. Si dovrebbe applicare il progetto Eda, i distretti ambientali. La svolta può venire con il Recovery Fund. Pagheremmo anche di meno».