Casagiove (Caserta) – I carabinieri della stazione forestale di Caserta, a seguito di richieste di intervento ricevute da parte di cittadini, si sono portati sul rilievo collinare “Monte Tifata”, nel comune di Casagiove, dove hanno accertato che, in una zona “denominata “Montanina”, non visibile dal basso, erano in corso estese operazioni di disboscamenti che stavano avvenendo abusivamente e contemporaneamente su diverse distinte proprietà private con l’ausilio di mezzi meccanici con l’eradicazione degli apparati radicali degli arbusti di specie di macchia mediterranea e di quelle delle alberature quercine presenti. – continua sotto –
L’intervento dei militari ha determinato di doversi procedere in tre distinti sequestri preventivi di tre distinte aree, due di 85mila e una di 9400 metri quadrati. Le attività abusive erano finalizzate alla successiva piantagione e coltivazione di nocciole, olive, eccetera. Le aree interessate da tali mutamenti di destinazione d’uso sono risultate peraltro ricadere in quelle percorse da un incendio boschivo verificatosi nell’estate dell’anno 2015 per cui, per un periodo di almeno 15 anni, ai sensi della normativa vigente, esse non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente. – continua sotto –
Peraltro, il Monte Tifata ricade nelle aree della cosiddetta “Rete Natura 2000” ed è incluso nel Sito di importanza comunitaria “Sic IT8010016 – Monte Tifata”, introdotto dall’Unione Europea per la protezione e la conservazione degli habitat e delle specie animali e vegetali in quanto sono considerati di grande valore in quanto habitat naturali, in virtù di eccezionali esemplari di fauna e flora ospitati. La costituzione della Rete Natura 2000 ha l’obiettivo di preservare le specie e gli habitat per i quali i siti sono stati identificati, mirandone a garantire la sopravvivenza a lungo termine di dette specie e dei relativi habitat, svolgendo quindi un ruolo chiave nella protezione della biodiversità nel territorio dell’Unione Europea. – continua sotto –
I tre conduttori dei tre fondi sottoposti a sequestro preventivo sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria, in stato di libertà, per aver integrato diverse ipotesi di reato, quali: deturpamento, danneggiamento e distruzione di bellezze naturali ai danni del bene protetto paesaggisticamente “il bosco” e di area Sic, interventi peraltro eseguiti anche in violazione della legge quadro sugli incendi boschivi che vieta ogni mutamento di destinazione delle aree percorse dal fuoco per almeno quindici anni.