Aversa (Caserta) – Come ha agito la pandemia sul commercio aversano? Lo chiediamo a Lello Candia, portavoce della ACCV – Associazione Commercio Centro Vivo. «La pandemia ha avuto effetti devastanti sul commercio aversano e non solo, dalla ristorazione all’abbigliamento, dal settore del turismo a quello dello spettacolo della cultura e dello sport tutti riportano grosse perdite a causa delle restrizioni imposte dal governo». – continua sotto –
Quali i settori maggiormente colpiti? «Maggiormente al collasso è tutto ciò che gira intorno al mondo dell’horeca (acronimo di Hotellerie-Restaurant-Café ndr), in alcuni casi stoppando interi cicli e filiere produttive. Dal piccolo fornitore alle grandi catene di distribuzione si registrano cali di fatturato che oscillano dal 50% all’80%. Attorno alla ristorazione, girano anche settori come quello dell’abbigliamento, fermo al palo proprio perché essendo vietati assembramenti, cerimonie, il normale svolgimento della movida, feste di qualsiasi genere, il consumatore è significativamente frenato nell’acquisto». – continua sotto –
Come vi è stata vicino l’amministrazione? Cosa altro dovrebbe fare? «Degne di nota le azioni messe in campo dall’attuale amministrazione comunale, lo sgravio della tari e della Tarsu 2020, così come da indicazioni espresse dal Governo Centrale e dall’Anci, ma non basta. Bisogna iniziare a pensare ad ulteriori sgravi per l’anno corrente per quanto riguarda le stesse imposte e mettere in campo azioni concrete che portino il consumatore a scegliere Aversa per i propri acquisti. Implementare le occupazioni di suolo pubblico ad uso gratuito e prorogarle fino alla fine dell’emergenza sanitaria. Estendere la platea dei beneficiari, lì dove possibile, anche alle attività diverse dalla ristorazione e della somministrazione, come ad esempio ai negozi di abbigliamento, in modo da poter recepire gli avventori e organizzare al meglio eventuali file d’attesa all’esterno dell’attività e magari utilizzando gli spazi in concessione anche per pubblicità e marketing o per semplice abbellimento. Bisogna necessariamente partire con il pagamento del ticket per il parcheggio, in modo da non avere sempre le stesse auto in sosta per l’intera giornata nei punti strategici della città. Contemporaneamente e data l’emergenza sanitaria ed economica, pensare ad un convenzione per chi viene a spendere nella nostra città, ad esempio con uno sconto sul ticket dimostrando l’avvenuto acquisto in una delle nostre attività». – continua sotto –
Crede sia possibile una organizzazione che consenta aperture? «Le aperture sono possibili, in tutti i settori, in parecchi già avviene, abbiamo speso dei soldi per rispettare le varie norme imposte, distanziamento, plexiglas, colonnine igienizzanti, mascherine, guanti, ulteriori sedute, personale per contingentare gli ingressi, quindi anche la ristorazione può assolutamente lavorare in totale sicurezza».